Nicola Falcinella intervista Giovanna Mezzogiorno in occasione dell’uscita di Ilaria Alpi – Il più crudele dei giorni.
Ilaria Alpi emerge come una donna costantemente alla ricerca della verità, determinata a capire. Come ha costruito il personaggio? Lei è così nella vita reale?
“Mi somiglia nella determinazione e nella serietà professionale. Come aspetto e carattere era diversa da me, diverse le nostre vite. Io raggiungo la verità attraverso la finzione, una giornalista fa un percorso diverso per arrivare agli altri. Se non fosse stata così curiosa non sarebbe finita in quella situazione, non sarebbe arrivata all’epilogo tragico che conosciamo. Interpretare un personaggio realmente esistito è più facile, ho incontrato i suoi genitori che mi hanno regalato un anello che le apparteneva, oppure Gianni Minà che la conosceva bene, ho letto libri, visto filmati”.
Giovanna Mezzogiorno, c’è un frase nel film, quando dice “le guerre non mancano mai”, che resta impressa.
“Sì, è tragicamente attuale. Questa guerra (l’intervista è del marzo 2003 quando il film è stato distribuito) è una follia totale, siamo allo sbando, è stata ignorata l’opinione pubblica mondiale, ignorato l’appello del Papa. Io non sono cattolica, ma Bush si dice paladino dei valori cristiani e poi ne ignora la massima autorità. È folle, anche un bambino capisce che dietro ci sono enormi interessi. Bush non pensa agli iracheni, non gli interessa dei civili che soffrono, altrimenti combatterebbe tutti gli altri dittatori che ci sono al mondo”.
Avrebbe fatto l’inviata di guerra?
“Non so se lo avrei fatto, non credo. Trovo che le giornaliste in guerra abbiano molto coraggio. Per prepararmi ho letto “Sporche guerre” di Ettore Mo: negli inviati di guerra c’è da una parte il desiderio di portare la verità nelle case della gente, raccontare ciò che succede, dall’altra non possono fare a meno di quella strana sensazione di essere al limite”.
a cura di Nicola Falcinella
(Pubblicato sul n°22 della versione cartacea, novembre 2003)