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30 anni di Hot Docs

Festa a Toronto per il festival di documentari più grande al mondo

L’Hot Docs Festival di Toronto festeggia trenta anni di dedizione alla circolazione e supporto delle opere documentarie. Stiamo parlando di uno dei più importanti festival di documentario al mondo che ogni anno da spazio a centinaia di film documentari internazionali e cattura l’attenzione di migliaia di professionisti e appassionati da tutto il mondo. Quest’anno il festival di ben 11 giornate ha proiettato 214 film da 72 paesi, sia in presenza che con possibilità di streaming, e accolto 235 film-maker a presentare le proprie opere e 1800 delegati da oltre 40 Paesi. Un’edizione che torna a splendere dopo due anni completamente online e uno in versione ibrida. Alle proiezioni si sono affiancate quattro giornate industry dedicate ai incontri con professionisti del settore documentario e anche dal mondo, sempre più emergente, del podcast.
Tanti i temi trattati (processi cocreativi, nuove forme di produzione e circolazione del documentario, mental health nel settore cinematografico, le nuove forme di racconto del podcast, ecc…) con un’importanza trasversale a un’industria mediale più equa, diversificata e inclusiva (vedi significato di “EDI – Equity, diversity and inclusion”) per un cinema senza barriere per chi lo fa e chi  lo fruisce.
Noi di Cinequanon siamo riusciti a fare un salto a questo evento importante nel panorama del documentario e di seguito vi segnaliamo alcune perle dal festival, sperando che in un modo o nell’altro riusciate a recuperarle in streaming o partecipando ad altrettanti appuntamenti vitali per il documentario in Italia (Pordenone Doc Fest, Festival dei popoli di Firenze, Festa di Cinema del reale) e in europa (Cinema du reèl di Parigi, DOK.fest di Monaco di Bavier, Visions du Réel di Nyon e CPH:DOX di Copenhagen):

Sundial di Liis Nimik, 3/5/2023
Un susseguirsi di quadri in movimento dalla vita rurale in Finlandia. Una meditazione visiva, per una contemplazione profonda e immersiva. Persone semplici e al di fuori dei ritmi calzanti della società contemporanea tutti gli anni alle porte dell’inverno cominciano un rito alla sopravvivenza raccogliendo la legna che li riscalderà dalle morse del freddo. La natura però non si ferma e presto al freddo arriva il risveglio primaverile che porterà al succedersi delle stagioni. I bambini giocano, sempre.
A precedere la proiezione del documentario breve Sorta Nostra del regista Veneto-pugliese Michele Sammarco che con tocco poetico immortala un’Italia che sta scomparendo. La memoria di preghiere e ritualità scomparse, tesoro dei nostri nonni e responsabilità delle generazioni che verranno che hanno il duro compito di preservarle. Sotto gli occhi increduli di nonni Michele e Maria, assistiamo a una nevicata anomala che rischia di rovinare il raccolto stagionale  delle olive. C’è poco che si può fare davanti alla forza incontrollabile della natura, non resta per i due che affidarsi a qualcosa di più grande…

The Echo di Tatiana Huezo, 5/05/23
Il mondo degli adulti è riflesso negli occhi dei bambini della comunità rurale di El Eco in Messico. Con eleganza visiva, vieniamo introdotti passo dopo passo nelle vite delle famiglie di El Eco. Qui i più giovani si affacciano alla vita esperendo i primi amori, il succedersi della vita e della morte, il duro lavoro nei campi, le piccole responsabilità quotidiane, l’impossibilità di continuare a studiare e l’incertezza di un futuro dignitoso. La vita segue i ritmi della natura, libera e incontrollabile, il gallo canta e le stagioni si susseguono, la sopravvivenza è nelle mani di una pioggia ristoratrice.

Hong Kong mixtape  di San San F Young, 5/05/23
A seguito della National security Law approvata nel giugno del 2020, la possibilità di espressione libera dei cittadini di Hong Kong viene resa un crimine. Molti degli artisti che negli anni precedenti avevano difeso i principi della democrazia attraverso la loro arte, che fosse il ballo, il disegno, la performance, la musica e quanto altro, ora sono costretti ad abbandonare la loro amata città. Il loro appello al mondo: “Please don’t take freedom and democracy for granted”. A due anni di distanza da un’altra opera importante a testimoniare la rivoluzione pacifica degli ombrelli e dei giovani Hongkongers, Revolution of Our Times presentato in anteprima a Cannes 2021, Hong Kong mixtape è la piacevole scoperta che nonostante tutto la fiamma non si è spenta ma continua ad essere alimentata dall’unione degli artisti sparsi per il mondo. La solidarietà agli hongkongers si manifesta anche in sala con standing ovation del pubblico per la gioia dell’autrice e del performer di strada Kacey Wong entrambi presenti sul palco.

Kanaval: A People’s History of Haiti in Six Chapters di Leah Gordon ed Eddie Hutton Mills, 6/05/23
Il carnevale come rito popolare per celebrare la libertà e onorare l’indipendenza dell’isola di Haiti. Durante l’appuntamento di Jacmel Mardi Gras, i corpi e i costumi del popolo portano nelle strade dell’isola la sua storia rportando alla memoria della cittadinanza il sangue versato dai predecessori che hanno lottato per la libertà della nazione. Dalla colonizzazione francese alla rivolta degli schiavi, dall’arrivo degli americani al governo filo dittatoriale di “Papa Doc” e infine il raggiungimento tanto atteso della democrazia.  In un alternarsi vivace di riprese panoramiche in bianco e nero ad inquadrature quadrate straripanti di colore, il tutto intermezzato da materiale d’archivio e racconti dei locali, ci viene mostrata un’isola fatta di miseria ma anche di tanta gioia in un rito che che è “un tempo di devozione, un tempo di divertimento, un tempo per lasciar andare le frustrazioni.” A seguire canti e balli carnevaleschi in sala in un cortocircuito gioioso e divertente.

Still: A Michael J. Fox Movie di Davis Guggenheim, 7/05/23
Stare fermo è sempre stato impossibile per Michael J. Fox, che tutti noi conosciamo per Ritorno al futuro, in una corsa ottimistica per rincorrere i propri sogni. Sempre lontano dall’essere presente, nel momento, ora è costretto a fare i conti col morbo di Parkinson che limita i suoi movimenti e lo costringe a rallentare e ad affrontare la realtà della vita. Con le parole dell’attore, alternate a materiale inedito della famiglia Fox e scene ricostruite ad hoc, scopriamo i retroscena della sua ascesa al successo nella Hollywood degli anni ’80 e, da lì a poco, del crollo psicologico in seguito alla diagnosi di un male incurabile nel pieno della sua carriera e nemmeno trentenne. Un segreto tenuto nascosto a lungo ai fan e Mass media, per paura del rifiuto, del giudizio e di ripercussioni sulla propria carriera e immagine che una rivelazione di questo tipo poteva portare. Una verità scomoda con cui Michael in primis ha dovuto fare i conti. Per sette lunghi anni ci racconta di come h trascinato il suo corpo sul set mascherando il tremolio con un abuso di farmaci, fino a che la situazione non è stata più sostenibile portandolo al grande passo. Un racconto di grande umanità con un Michael J. Fox segnato dal tempo e dalla malattia che non ha più paura di negarla mostrandosi in totale vulnerabilità e sostenuto, ora, dal tesoro più grande che gli è rimasto: la dolce e splendida moglie Tracy Pollan, sempre al suo fianco, e i quattro figli Sam, le gemelle Aquinnah Kathleen e Schuyler Frances e l’ultima arrivata Esmé Annabelle.
Il film sarà disponibile sulla piattaforma Apple + dal 12 maggio.

When spring came to Bucha di Mila Teshaieva e Marcus Lenz, 07/05/23
La vita prosegue il suo corso nonostante tutto. Dalle macerie di Bucha, nei pressi Kyiv, riemerge la forza di una cittadinanza schiacciata dagli “orchi” che ne hanno infranto i sogni e dignità. In uno spirito di solidarietà e vicinanza, i superstiti riprendono possesso dei propri spazi liberandoli dai detriti e i corpi inanimati. La guerra non è finita ma per il momento Bucha è tornata libera e tenta di sollevarsi dalla sofferenza che ha colpito la comunità. La primavera fa capolinea, i fiori spuntano colorati e chissà che gli abitanti di Bucha, insieme all’Ucraina tutta, tornino presto alla pace di un tempo, “un luogo tranquillo e ospitale dove le persone vivevano nella gentilezza” come lo racconta uno dei superstiti. When spring came to Bucha è uno dei film sulla guerra in ucraina conclusi più rapidamente e che ci portano uno sguardo inedito e riflessivo di ciò che è accaduto nella cittadina di Bucha insieme al racconto rispettoso di chi rimane.

da Toronto, Canada,
Samuele P. Perrotta
Fotografie originali dell’autore

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