All’interno delle Giornate degli Autori arriva Taxi Monamour, quarto lungometraggio di Ciro De Caro, autore di Spaghetti Story e del recente Giulia, sempre presentato alle Giornate nel 2021, e sempre con protagonista Rosa Palasciano coautrice della sceneggiatura anche di questo nuovo lavoro.
Il film racconta l’incontro tra due donne all’apparenza diverse ma che in fondo si assomigliano molto. Anna (Rosa Palasciano) è in conflitto con se stessa e la propria famiglia, affronta in solitudine una malattia non ben definita che si presume molto grave; Cristi (Yeva Sai, tra le protagoniste della quarta e della quinta imminente stagione di Mare fuori) è una ragazza ucraina che fugge da una guerra che la tiene lontana da casa. Tutti consigliano ad Anna di seguire il suo compagno che è in partenza per un viaggio di lavoro ma lei invece decide di rimanere a casa, al contrario Cristi invece ha voglia di tornare in Ucraina mentre tutti le consigliano di restare al sicuro in Italia. L’incontro tra le due ragazze sarà casuale e breve, ma sarà molto intenso e importante per entrambe: Anna e Cristi sono due donne estremamente diverse ma accomunate dallo stesso dramma, sono entrambi incapaci di liberarsi dalle aspettative altrui, attraverso questa insolita amicizia troveranno forse il coraggio di riscoprire e abbracciare la propria identità e così capire qualcosa della loro vita.
De Caro continua a fare del cinema indipendente nel senso più puro del termine, il suo modo di girare ha il pregio di avere uno sguardo discreto verso queste due donne, e riesce a cogliere qualcosa di intimo e molto vero. Gira in maniera leggera, naturale e priva di giudizio, anche se con uno sguardo estremamente personale.
Come in Giulia De Caro costruisce un racconto ironico ma pieno di profonde amarezze, laddove la giovane ragazza protagonista era alle prese con una “crisi” volutamente non definita, forse dovuta dalla pandemia, qui invece è davanti alla malattia, che non viene anch’essa specificata ma che pare essere un tumore molto grave. Il regista da un lato sembra “continuare” il film precedente con le vicende di questa ragazza sempre nevrotica e fuori contesto, ma dall’altro anche con l’aggiunta di un’altra protagonista arriva a ribaltare il film precedente: Giulia era tutto sommato una commedia, anche se piena di profonda tristezza, Taxi Monamour è invece un vero e proprio dramma che ha sì dei momenti da straniante commedia (le scene familiari per l’appendicite del fratello, le feste sempre più tristi e perciò divertenti), ma rimane comunque un film che racconta due storie dolorose e complementari: la malattia che ti tiene lontano dagli altri e una guerra che ti sradica dalle tue radici. Allo stesso tempo è un film delicato e nervoso, un po’ come la sua protagonista Rosa Palasciano, e nonostante non tutto funzioni perfettamente, riesce comunque a essere amaramente incisivo nel descrivere le relazioni umane, sia le amicizie che le strane famiglie di questi anni, le nostre incoerenze, le nostre stramberie, le nostre paure.
È un film che senza dubbio dimostra le potenzialità di un cinema puramente indipendente, fortunatamente lontano da molto cinema italiano contemporaneo. Il film sarà distribuito già da oggi 4 settembre da Adler Entertainment e meriterebbe un pubblico adeguato.
da Venezia, Claudio Casazza