Dopo gli applausi ai film di Garrone, Io capitano, e Diritti, Lubo, al Lido si candida al Leone d’Oro lo splendido film del maestro Ryûsuke Hamaguchi, uno degli autori più importanti degli ultimi anni: dal 2015 (con Happy Hour) fino al 2021 (definitiva consacrazione con l’Oscar a Drive My Car), la carriera del cineasta giapponese è cresciuta sempre più.
Evil Does Not Exist è la sua nuova opera presente in Concorso alla Mostra di Venezia in cui conferma le tematiche a lui care facendo un discorso importante su uomo e natura.
Siamo a Mizubiki, un piccolo paese di mezza montagna non lontano da Tokyo, Takumi e la figlia Hana, come altre generazioni prima di loro, conducono una vita modesta assecondando i cicli e l’ordine della natura. Un giorno, gli abitanti del villaggio vengono a conoscenza del progetto di costruire, vicino alla casa di Takumi, un glamping (una specie di camping per ricchi), inteso a offrire ai residenti delle città una piacevole fonte di “evasione” nella natura. Quando due funzionari di Tokyo giungono al villaggio per tenere un incontro, diventa chiaro che il progetto avrà un impatto negativo sulla rete idrica locale, e ciò causa il malcontento generale. Le intenzioni contraddittorie dell’agenzia mettono in pericolo sia l’equilibrio ecologico dell’altopiano sia lo stile di vita degli abitanti, con profonde ripercussioni sulla vita di Takumi.
L’equilibrio è quello che si sta rischiando di perdere, e se si perde l’equilibrio tutto crolla. Evil Does Not Exist è il film che più di altri in questa Mostra rappresenta i problemi generati dalla convivenza dell’uomo con la natura, e Hamaguchi, con il suo stile leggero, tempi lunghi e contemplativi, molte pause e molti silenzi, accompagna lo spettatore in questi luoghi come fossimo davvero dentro a una passeggiata in un bosco. Ci porta dentro le vite di questa comunità, ci fa capire l’importanza fondamentale dell’accesso all’acqua, della compatibilità con l’ambiente. Ci mostra luoghi abitati dagli uomini che si confondono con quelli dove vivono gli animali. Sono i luoghi che rappresentano quell’armonia, quell’equilibrio, che il progetto del gampling potrebbe spezzare.
È il male che viene dalla città, Evil Does Not Exist, ci dice di come dovremmo respingere questo male, ci fa ben capire l’impatto del nostro comportamento, di come muta il nostro rapporto con l’ambiente che ci circonda se accettiamo questo male senza fare nulla.
Hamaguchi fa un discorso politico così importante facendo cinema vero, con il realismo e con la fantasia, con dei voli che dal reale ci portano verso l’immaginario in un finale di forza sconvolgente.
Il film sarà distribuito per l’Italia da Tucker e Teodora, è imperdibile.
Da segnalare che il film di Hamaguchi ha ottenuto una menzione speciale nell’ambito del Premio collaterale CinemaSarà 2023, scelto da una giuria di giovanissimi, chiamata a esprimersi sui film del Concorso, e che ha decretato vincitore del Premio il film The Green Border di Agnieszka Holland, opera che, come in Io capitano, punta i riflettori sull’immigrazione, denunciando – come sottolineato nelle motivazioni della giuria – “l’ipocrisia del sistema di accoglienza dei profughi sui confini d’Europa”.
da Venezia, Claudio Casazza