È partita anche la sezione Orizzonti che spesso regala chicche poco viste nel marasma della Mostra del cinema di Venezia. I primi film confermano una buonissima storia e sono d’auspicio per il proseguo del programma.
Iniziamo da Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel, che raccontano in modo splendido il mondo di Vera Gemma. Pochi anni fa la coppia di registi stava lavorando a Mister Universo, si accorsero di Vera che era in un tendone del circo alle porte di Roma, si stava allenando come domatrice. Tizza Covi si è incuriosita a lei e le due donne hanno iniziato a parlare, è scattata la complicità che ha portato a pensare questo film. Vera è la figlia di Giuliano Gemma, ha 52 anni ed è tutta la vita che vive con il fantasma del padre grande attore. Si è rifatta il viso e il corpo e veste in maniera eccentrica. Ha esordito al cinema a 6 anni recitando ne Il grande attacco di Umberto Lenzi, accanto al padre, poi ha lavorato anche a La sindrome di Stendhal e Il cartaio, entrambi diretti da Dario Argento, ma anche Ovosodo di Paolo Virzì e Scarlet Diva di Asia Argento, tra l’altro grande amica di Vera con la quale ha partecipato anche al reality Pechino Express nel 2020. Ma nel curriculum di Vera appaiono i lavori più svariati, tutti rivendicati con orgoglio: attrice, regista, scrittrice, spogliarellista, domatrice di tigri e leoni ovviamente, concorrente di reality tv.
Il film prende spunto dalla storia personale di Vera, è una donna che vive all’ombra di un padre famoso ed è stanca della propria vita e delle proprie relazioni superficiali, vaga nell’alta società romana senza cercare davvero qualcosa. Si fa trattare male da un presunto fidanzato e dilapida un po’ di soldi. Quando, in un incidente automobilistico in una zona di periferia, ferisce un bambino di otto anni, inizia con lui e con suo padre un’intensa relazione. Ma presto si rende conto che, anche in questo mondo, lei non è che uno strumento per gli altri.
Con il loro solito stile straniante e povero Covi e Frimmel provano a capire chi è davvero Vera, la fanno recitare con attori veri e attori non professionisti, tra cui anche Asia Argento, provano cosi a scalfire il personaggio pubblico per comprendere che cosa si cela davvero dietro la facciata. Durante le riprese, le persone vere rimangono vere e allo stesso tempo si trasformano in personaggi immaginari. Realtà e finzione si mischiano e si confondono in un film sincero, umano pieno di vita. Al termine del film, ma anche delle riprese probabilmente, non si sa più che cosa è vero e che cosa è stato inventato.
Un film che respira cinema e che riconcilia con la vita.
da Venezia, Claudio Casazza