Per gli accreditati è già partita stamattina di buon’ora la 78^ Mostra del Cinema di Venezia che inizia ufficialmente stasera con la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che torna al Lido dopo un anno di assenza, e la cerimonia d’apertura condotta dalla madrina Serena Rossi. Nell’occasione sarà consegnato il primo Leone d’oro alla carriera a Roberto Benigni, mentre un secondo andrà a Jamie Lee Curtis che accompagnerà Halloween Kills di David Gordon Green. A seguire la proiezione del film d’apertura, Madres paralelas di Pedro Almodovar con Penelope Cruz. È il ventitreesimo lungometraggio del regista spagnolo che ricevette un premio al Lido per Donne sull’orlo di una crisi di nervi che lo fece conoscere internazionalmente e ha già ricevuto il Leone alla carriera nel 2019.
Dopo l’edizione ristretta ma ben riuscita di un anno fa che premiò Nomadland, quest’anno dovrebbe rappresentare un ritorno alla quasi normalità con più star, più ospiti, più accreditati e più pubblico, anche se restano le misure sanitarie come le mascherine, il green pass e i tamponi per accedere alle proiezioni e agli spazi del festival.
In realtà c’è già stata ieri sera l’ormai classica pre-apertura. Per cominciare il documentario La Biennale di Venezia: il cinema al tempo del Covid. Un diario filmato da Andrea Segre un anno fa, riprendendo e intervistando partecipanti e lavoratori e mettendoli a confronto con immagini d’archivio di una Mostra più festosa. Segre presenta pure alle Giornate degli autori il lungometraggio Welcome Venice con Paolo Pierobon, Ottavia Piccolo e Roberto Citran che sarà nelle sale la prossima settimana. A seguire è stata proiettata la copia restaurata di Per grazia ricevuta, la regia più importante (fu premiato a Cannes per la migliore opera prima nel 1971) di Nino Manfredi, del quale quest’anno cade il centenario dalla nascita.
Domani si entra ancora più nel vivo, con il via a tutte le sezioni e ben tre film in gara. In evidenza il primo dei cinque film italiani in concorso, È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, per la prima volta in corsa per il Leone, anche se proprio a Venezia debuttò con L’uomo in più nel 2001. Il regista premio Oscar per La grande bellezza si cimenta con un soggetto autobiografico e un cast che comprende anche il suo attore feticcio Toni Servillo. Quest’ultimo sarà presente in ben tre film della Mostra, compreso Qui rido io di Mario Martone, sulla vita del grande attore napoletano Eduardo Scarpetta, in calendario per martedì che è da considerare tra i favoriti in un concorso molto aperto. Gli altri italiani in competizione sono Il buco di Michelangelo Frammartino, dieci anni dopo Le quattro volte, Freaks Out di Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot) e America Latina dei fratelli D’Innocenzo e, sulla carta, fanno ben sperare. In gara The Power Of The Dog dell’australiana Jane Campion e Il collezionista di carte di Paul Schrader, quest’ultimo subito nelle sale italiane, con i tormenti esistenziali e i dubbi di coscienza di un reduce di guerra. Venerdì altri due film che catalizzeranno l’attenzione; Spencer del cileno Pablo Larrain, ancora in attesa del premio che lo consacri, con Kristen Stewart nel ruolo di Lady Diana; fuori gara il fantascientifico Dune di Denis Villeneuve, dal romanzo di Frank Herbert che già ispirò il cult di David Lynch. Senza dimenticare The Lost Daughter, esordio alla regia dell’attrice Maggie Gyllenhaal. Per l’Italia, nella Settimana della critica, c’è Mondocane esordio di Alessandro Celli con Alessandro Borghi e Barbara Ronchi, unico italiano tra le sette opere prime in lizza.
Tra gli altri film in concorso spiccano i francesi Illusions perdues di Xavier Giannoli dal capolavoro di Honré de Balzac e Un autre monde di Stephane Brize, che completa la trilogia sul lavoro, e il filippino On the Job: The Missing 8 di Erik Matti.
La lista dei titoli fuori concorso e nelle sezioni collaterali è molto ricca. Per la chiusura, sabato 11 a conclusione della cerimonia di premiazione, c’è Il bambino nascosto di Roberto Andò con Silvio Orlando, che duetta con Servillo nel carcerario Ariaferma, terzo film di Leonardo Di Costanzo. Fuori gara ci sono altri americani di peso, da The Last Duel di Ridley Scott con Matt Damon e Adam Driver e l’horror psicologico Ultima notte a Soho di Edgar Wright. Molti i documentari, sia in gara nella sezione Orizzonti, sia fuori competizione. Spicca Ennio di Giuseppe Tornatore, tributo del regista di Nuovo Cinema Paradiso al compositore con cui ha stabilito una lunga collaborazione e che, con le sue colonne sonore, ha contribuito al successo dei suoi film, oltre a segnare in modo indelebile oltre mezzo secolo di cinema. La musica sarà protagonista con altri ritratti di musicisti molto popolari: si va da Becoming Led Zeppelin di Bernard McMahon a Ezio Bosso. Le cose che restano di Giorgio Verdelli, da Hallelujah: Leonard Cohen, A Journey, A Song di Daniel Geller e Dayna Goldfine a Deandré#Deandré. Storia di un impiegato di Roberta Lena, omaggio di Cristiano al padre Fabrizio riproponendo in tour uno dei suoi album più belli.
Da segnalare in Orizzonti l’ucraino Nosorih – Rinoceronte di Oleh Sentsov noto soprattutto per essere stato a lungo incarcerato dalla Russia per motivi politici dopo l’annessione della Crimea.
Particolarità delle Giornate degli autori, l’aver chiamato le registe bulgare Mina Mileva e Vesela Kazakova a presiedere la giuria composta dai giovani europei partecipanti al progetto 27 Times Cinema che giudicheranno dieci film in concorso di cui cinque opere prime.
Nicola Falcinella