“Ogni film è un film di finzione” (Christian Metz).
Lentamente, dieci donne nude agli ultimi mesi di gravidanza sfilano davanti la macchina da presa, prima che uno stacco netto ci porti al pianto di un neonato ancora ricoperto dalla placenta. Infine, un campo lungo su di un carcere femminile nei pressi di Odessa, in una desolazione di neve e cemento.
La sequenza iniziale di Cenzorka -107 madri è il manifesto del cinema di Peter Kerekes: potremmo collocarla in quella zona grigia dove la finzione incontra il cinema del reale, valicandone i confini. L’autore ucraino ci racconta le storie delle detenute presso la Colonia 74, un penitenziario in cui sono recluse decine di donne colpevoli di omicidio, la maggior parte delle quali sono ancora incinta al momento della detenzione o hanno appena partorito. A queste donne è concesso di vedere i loro figli per quattro ore al giorno, ma solo fino al compimento del terzo anno di età dei bambini, momento in cui questi saranno affidati a un parente o a un orfanotrofio.
Per narrare il più efficacemente possibile il dramma di queste donne, Kerekes ha scelto di frequentare abitualmente la colonia penale accompagnato Maryna Klimova (unica attrice professionista del film) in modo che la sceneggiatura quanto l’interpretazione dell’attrice, potesse nascere spontaneamente dal racconto delle detenute senza un progetto strutturato in partenza. Una scelta che sembra rispecchiare il codice etico del documentario che chiede al regista di rispettare il soggetto e le sue convinzioni, senza usarlo o piegarlo a un progetto vincolante.
La desolazione di queste donne, quasi tutte recluse per avere ucciso un marito violento o alcolista, oppure per gelosia è solo in parte alleviata dalla comprensione di alcune secondine, in un tacito e inconsapevole atto di solidarietà contro una società patriarcale ingiusta e opprimente.
La macchina da presa nel film si muove discreta prediligendo i campi lunghi e i tempi dilatati, mostrandoci un dolore che non è mai gridato, ma che emerge ancora più struggente nei silenzi e nei gesti ripetuti, uguali, giorno dopo giorno.
Cenzorka-107 madri è in concorso nella sezione Orizzonti, sezione del festival dedicato a nuove tendenze estetiche ed espressive e gli auguriamo il meglio in questa edizione della Mostra.
da Venezia, Isa Tonussi