74^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – 02 Settembre
Redcarpet affollato a Venezia. Questo pomeriggio hanno infatti sfilato sull’ambito tappeto rosso star del calibro di Matt Damon, Julianne Moore e George Clooney in gara col film Suburbicon (di cui avremo modo di parlare approfonditamente nel prossimo articolo). Personalmente mi limito ad osservare l’orda di fan e curiosi a distanza di sicurezza. La mia attenzione è invece attirata dalla proiezione pomeridiana in Sala Volpi di La voce di Fantozzi, docufilm realizzato da Mario Sesti (La voce di Pasolini e Senza Lucio) in collaborazione con Paolo Villaggio stesso. Il progetto nasce a fine 2015 durante la registrazione dell’audiolibro Fantozzi, tratto dal libro del 1971, con la voce storica del personaggio. Da quella esperienza unica nasce il desiderio di realizzare con Paolo Villaggio un docu-film che potesse raccontare da diversi punti di vista la maschera di Fantozzi e l’artista, uomo e autore, che si cela dietro di essa. Molte sono le persone di spettacolo che in qualche modo hanno incrociato la strada di Paolo Villaggio e hanno voluto contribuire con un proprio pensiero. Tra questi abbiamo: Dario Fo, Diego Abatantuono, Lino Banfi, Nino Frassica, Fiorello, Maurizio Costanzo e Roberto Benigni. Quest’ultimo ricorda commosso l’esperienza condivisa sul set de La voce della Luna, ultimo film di Federico Fellini. Nell’intervista, Benigni spiega di essere stato conquistato e plasmato nella propria vita da principalmente quattro grandi “pagliacci” del cinema: Chaplin, Totò, Woody Allen e infine Fantozzi!
Tra gli omaggi abbiamo anche l’interpretazione di dialoghi scritti ad hoc da Paolo Villagio da parte di alcuni dei suoi compagni di lavoro come Milena Vukotic (Pina Fantozzi), Plinio Fernando (Mariangela Fantozzi) e Paolo Paoloni (Mega Direttore Galattico). Ospite d’eccellenza lo chef Antonino Cannavacciuolo che ci mostra come cucinare la mitica “Frittatona di cipolle”. Tra i documenti più toccanti sono presenti video inediti realizzati per il film in cui Paolo Villaggio per un’ultima volta, senza aprir bocca, ci mostra per diversi minuti il volto consumato di un uomo con infinite storie da poter raccontare. Mario Sesti regala quindi un ultimo progetto cinematografico a Paolo Villaggio con cui omaggiare un personaggio rivoluzionario ormai parte dell’immaginario comune di ogni italiano…
La serata al Lido si tinge invece di rosso con la presentazione in Sala Giardino dei primi due episodi di Suburra, la serie prodotta in collaborazione con Netflix Italia. Ad un anno dalla presentazione al festival della dissacrante serie tv Sky firmata Paolo Sorrentino, The Young Pope, e dopo il successo straordinario dell’omonimo film di Stefano Sollima del 2015, seguendo le orme di Gomorra, finalmente il prossimo 8 ottobre sarà disponibile per tutti gli iscritti alla piattaforma la serie prequel che torna ad affacciarsi sulla criminalità nella città di Roma dove “non c’è più niente di sacro”. La serie, diretta da Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi, ripercorre infatti le vicissitudini di un giovane “Numero 8”, interpretato nuovamente da un magnifico Alessandro Borghi. Nel cast si riconferma, a grande sorpresa, il giovanissimo Giacomo Ferrara che nel film interpretava il ruolo del giovane Gipsy irriverente soprannominato “Spadino”. Tra le new entry abbiamo invece Eduardo Valdarnini, Claudia Gerini e Francesco Acquaroli, quest’ultimo col duro compito di sostituire Claudio Amendola nella messa in scena dell’oscuro personaggio di “Samurai”. Nuovi personaggi per nuove storie politicamente scorrette e all’insegna di “sesso, droga e vaticano”. Michele Placido ringrazia infatti la produzione per la quasi assoluta fiducia e libertà artistica ottenuta, impensabile in altri tipi di produzioni cinematografiche, e per aver nuovamente creduto in lui permettendogli di realizzare all’età di ben 71 anni una nuova grande serie italiana eredità di Romanzo Criminale. Altro sentito grazie all’intera troupe e cast: “Per questo prodotto è stato necessario fare squadra!”. L’autore chiude il suo intervento con un’amara constatazione: “Suburra è un prodotto che secondo me da forza al cinema italiano che purtroppo sta attraversando un periodo buio. Sto vedendo molto bel cinema a Venezia ma il problema principale è che questo per la maggior parte non vedrà mai le sale italiane…”. Un emozionato Alessandro Borghi esclama invece: “Un applauso per Suburra che dimostra che sappiamo fare le cose davvero bene (noi italiani)”. Dopo le nomination agli Oscar e la partecipazione al Festival di Cannes con il film Okja, Netflix sbarca ufficialmete anche a Venezia con ben due prodotti. Vedremo quali saranno le prossime mosse da parte del colosso rosso dello streaming mondiale… Per ora ci diamo appuntamento ad Ottobre!
da Venezia, Samuele P. Perrotta