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Un colpo di fortuna: Allen e il comfort

Negli ultimi anni è nata la definizione di comfort movies: quei film (non per forza capolavori, anzi) che ci piace rivedere ogni tanto, sono film di qualsiasi genere che ci fanno stare bene. Ci sentiamo coccolati, magari conosciamo i dialoghi e le sequenze a memoria però abbiamo bisogno di tornare dentro quella storia per sentirci meglio. Il cinema di Woody Allen, soprattutto dell’ultimo decennio, è un grande comfort movie. Più o meno sappiamo già a cosa andremo incontro quando il maestro di New York presenta un suo nuovo film e siamo pronti a farci accogliere dalla confortevole atmosfera che il duo Woody Allen/Vittorio Storaro sa mettere in scena.

Un colpo di fortuna – Coup de Chance, cinquantesimo film di Allen, è infatti pieno di tutti gli ingredienti che abbiamo visto negli altri 49 film del regista. Amore, mistero, commedia, thriller, dramma, musica jazz, grandi dialoghi: è tutto splendidamente condensato in circa 90 minuti. Tra tutte le sue opere, Allen lo ha avvicinato a Match Point: “Diciamo che il genere è lo stesso, nel senso che l’idea per entrambi i film ruota intorno al concetto di fortuna, di sorte. Perché il caso ha un effetto sulle nostre vite molto più decisivo di quanto siamo disposti ad ammettere” ha raccontato ai microfoni dei giornalisti alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, dove il film è stato presentato. I temi Un colpo di fortuna vengono svelati molto presto, difatti nei primi dieci minuti. Fanny (Lou de Laâge) incontra per caso Alain (Niels Schneider) ex compagno del liceo segretamente innamorato di lei; poco dopo torna a casa e ad aspettarla c’è Jean (Melvil Poupaud), facoltoso marito che la obbliga ad indossare un costoso anello che a lei sembra troppo vistoso; “mi sento una moglie trofeo”, dice Fanny. La storia poi indagherà l’amore clandestino tra Fanny e Alain e la parallela quanto noiosa vita coniugale con Jean, fatta di battute di caccia e cene piene di pettegolezzi. Il film procede in bilico tra raffinata ironia e riflessioni malinconiche, nonostante i suoi 87 (quasi 88) anni Allen dimostra una grande capacità di riflettere e di aggiornare il suo cinema ai tempi che lo circondano; uno dei sottotesti che più colpiscono è quello del racconto di un amore tossico e oppressivo. In questo senso, la sceneggiatura costruisce in modo molto preciso due personalità maschili molto diverse e credibili: da un lato un sognatore legato alla nostalgia e al romanticismo, dall’altro un freddo uomo d’affari capace di uccidere un cerbiatto a sangue freddo. Nel mezzo, uno splendido personaggio femminile pieno di umanità e di sincerità, che ricorda un po’ la Mia Farrow di La rosa purpurea del Cairo per la capacità di incarnare un desiderio impossibile e (forse) irrealizzabile. Fanny, protagonista e dolce prigioniera di una gabbia dorata, è un personaggio amabile e stratificato come molti del cinema del regista.

Non serve dire da che parte stia Woody Allen, che per l’ennesima volta riesce nella variazione sul tema della fortuna: con Colpo di fortuna il regista ci ricorda quanto le nostre vite siano del tutto in mano a qualcosa di incontrollabile come il caso e la fortuna. Il destino è al centro del film, che esso sia positivo, come l’incontro che dà il via al film, o negativo (per non dire beffardo), ma di questo non possiamo anticiparvi nulla rispetto all’intreccio. Se tornano i temi cari, torna anche l’amore di Allen verso la città di Parigi che già avevamo visto in Midnight in Paris e che qui sembra essere uno sfondo perfetto per la storia piena di sentimenti e romanticismo che viene raccontata.

Come sempre, Allen si diverte ad indagare la natura dei rapporti umani tanto scontati quanti controversi, mescolando ironia nera, perle di filosofia e il senso dell’inspiegabile che da sempre gira intorno al suo cinema. Si dice che questo possa essere il suo ultimo film, ma noi siamo pronti ad abbandonare la nostra zona di comfort?

 

Andrea Porta

Un colpo di fortuna 

Regia: Woody Allen. Sceneggiatura: Woody Allen. Fotografia: Vittorio Storaro. Montaggio: Alisa Lepselter. Interpreti: Sara Martins, Lou de Laâge, Melvil Poupaud, Elsa Zylberstein, Niels Schneider, Arnaud Viard. Origine: Francia, 2023. Durata: 93′.

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