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Truman – Un vero amico è per sempre

truman_locandinaPremiatissimo ai Goya (5 statuette tra le categorie più importanti), Truman – Un vero amico è per sempre è una tragicommedia ben scritta, con ottimi attori (cane compreso), con un finale amaro e inevitabilmente annunciato. Tutto da manuale, ma non scolastico. Il regista Cesc Gay scommette con lo spettatore sulla riuscita di un film che sulla carta sarebbe già visto e percorrerebbe i luoghi comuni del genere, ovvero i film sulla malattia terminale. Scommette sull’autenticità dei suoi personaggi, su dialoghi mai scontati, su un cinismo che a tratti fa sorridere e a tratti affonda nell’accettazione della morte inevitabile. Il risultato è un film per nulla scontato.
Ci sono Tomas (Javier Càmara) e Julian (Ricardo Darìn), legati da lunga e profonda amicizia. Il primo vive in Canada, ha moglie e due bambine. Il secondo è un attore argentino che lavora a Madrid, ha il cancro e gli resta poco da vivere. Suo compagno inseparabile è il cane Truman, che considera il secondo dei suoi figli, truman-filmperché il primo studia ad Amsterdam. Tomas, raggiunge l’amico per trascorrere insieme quattro giorni. C’è il problema di Truman, a cui bisogna trovare una nuova casa. C’è soprattutto il problema del congedo, del cosa dirsi, di come convivere con la morte che separa le vite. Julian e Tomas trovano però la soluzione, perché forti di un’amicizia che parte lontano, non cedono a patetiche manifestazioni di sconforto o alla consolazione di frasi di circostanza.
Cesc Gay e lo sceneggiatore Tomàs Aragay non confezionano un film ricattatorio, nonostante il fuoco tematico sia la morte e tra i personaggi ci sia un cane che rischia l’abbandono, cioè elementi narrativi a rischio retorica. L’ironia permette allo spettatore di avvicinarsi al finale (ovviamente scontato) senza sprofondare nella tragedia, così che il racconto non diventa un conto alla rovescia (per altro la morte aleggia ma non si palesa), ma stabilisce via via la misura di un’amicizia capace di affrontare il dramma con maturità. La vita è lì, nella relazione, nei bisticci, nei diversi approcci al problema, ma anche nella comprensione, negli abbandoni commoventi uno nell’altro, nella sicurezza dell’esserci e del ritrovarsi, nel non dover spiegare ciò che è scontato. E a tal proposito, le informazioni arrivano allo spettatore sparse nel film, senza la fretta tipica di tanto nostro cinema di dover spiegare tutto subito. C’è il non-detto, il suggerito, l’evocato, la definizione di un territorio privatissimo, che non è possibile esplorare.


I quattro giorni sono intensamente vissuti, ma senza per forza cercare l’eccezione nella routine. Il tramonto di Julian passa dal suo lavoro di attore, dall’addio al figlio (altro momento dove prevalgono i silenzi), da incontri casuali con persone a cui chiedere perdono con uno sguardo, dall’attaccamento a Truman, simbolo della vita.

Vera Mandusich

Truman – Un vero amico è per sempre

Regia: Cesc Gay. Sceneggiatura: Tomàs Aragay, Cesc Gay. Fotografia: Andreu Rebés. Montaggio: Pablo Barbieri Carrera. Interpreti: Ricardo Darìn, Javier Càmara, Dolores Fonzi. Origine: Spagna/Argentina, 2015. Durata: 108′.

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