“Porta le chiappe su Marte”, questo è il monito insistente che pronuncia Arnold Schwarzenegger nei panni di un tizio che si fa chiamare “Hauser” nel film d’azione di Paul Verhoeven, ispirato ad un racconto breve di Philip K. Dick (“We can remember it for you wholesale”), uno dei massimi rappresentanti della narrativa fantascientifica ed autore visionario. Questo monito, pronunciato attraverso uno schermo che ci appare oggi del tutto antiquato, risulta essere invece attualissimo. La fine del mondo si avvicina e noi cosa ci facciamo ancora sul pianeta Terra? Forse ci saremmo dovuti rivolgere in anticipo a Eleon Musk, imprenditore statunitense, famoso per aver creato la Space Exploration Technologies Corporation o più efficacemente, SpaceX, che sta progettando il turismo del futuro e dal nome si capisce che la meta non è certo dietro l’angolo.
Nel film, ambientato nel 2084, ci viene prospettato un avvenire in cui Marte, colonia marziana, si trova a dover subire la terribile dittatura di Vilos Cohaagen (Ronny Cox) che controlla la popolazione locale sottoponendola ad un regime autoritario ed al pagamento di una sconsiderevole tassa sull’ossigeno, bene preziosissimo. Dopo queste premesse forse ci risulterà più difficile pensare a Marte come un luogo salvifico, l’apocalisse sarà pure vicina e porterà con se misera e distruzione (chissà), ma quello che ci attende nello spazio non sembra essere più allettante.
A questo punto viene da chiederci se l’ex governatore della California, inserito nel 2007 nella lista del Time100, come una delle cento persone più influenti impegnate per aiutare il mondo, ci potrà essere utile anche in questa occasione.
Nel frattempo potremmo seguire l’esempio del protagonista e rivolgerci ad un ipotetico Istituto Rekall, compagnia in grado di impiantare falsi ricordi di viaggi mai accaduti attraverso un sofisticato programma di realtà virtuale. A Quaid sarà utile per comprendere la sua vera identità; nel nostro caso, ci verrà scongiurato lo spettacolo tremendo di uno scenario post-apocalittico.
Jenny Rosmini