Nel 1982 Steven Spielberg dava alla luce uno dei film fantastici più famosi ed emblematici degli anni ’80, ovvero E.T. La storia del piccolo Elliott e del suo incontro con l’extraterrestre ha commosso ed eccitato le fantasie di tutti quei bambini che avrebbero desiderato un amico da trasportare sul cestino della bicicletta, che li avrebbe poi fatti volare col potere dell’amore edell’immaginazione, attraverso un mondo di regole e logiche estranea agli occhi degli adulti. Forse quest’immagine cinematografica è quella che ha influenzato maggiormente il mondo dell’infanzia prima di Harry Potter, che avrebbe mandato definitivamente in ‘pensione’ il piccolo alieno.
In questo film, Spielberg ritorna al tema già proposto nel suo precedente lavoro Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), questa volta in maniera meno pomposa, più lucida e sottile, con una profondità di sguardo difficilmente toccata dal regista hollywoodiano in seguito (escludendo naturalmente i film più impegnati come Schindler’s list o Il colore viola). E.T. è un film in cui magniloquenza tecnica e possente messa in scena accompagnano l’intento narrativo della favola. Lo si fa con una grandissima invenzione, quella di creare un alieno che è si creatura superiore, ma anche un cucciolo della suaspecie che sta scoprendo il proprio corpo, il proprio sé e che si trova smarrito in un mondo sconosciuto, solo e spaesato. Il suo unico punto di riferimento è un bambino della razza umana che diviene sua guida e compagno, nonché alter ego. Coautore di questa particolare creatura è l’artista italiano Carlo Rambaldi (scomparso recentemente) che ha creato il modellino del personaggio dandogli un aspetto rugoso, sicuramente non piacente, ma con due occhi profondamente espressivi e rivelatori della sua identità di cucciolo.
Questa pellicola è, tra le altre cose, una risposta al genere fantascientifico, in cui spesso gli extraterrestri sono rappresentati come creature crudeli, che hanno l’intento di conquistare l’umanità, per cui in guerra con gli esseri umani. Tanto i film precedenti quanto i successivi (si pensi a Ghostbuster del 1984). Negli anni ’80 Hollywood tentava di istituire figure molto forti che rappresentassero la perdita di valori dello stile di vita americano, portate dal progresso tecnologico e la crisi socio-economica (Robocop nel 1987 ne è un esempio).
Il 10 dicembre 2012 E.T. torna nelle sale in versione digitalizzata, così che magicamente si crei un punto di contatto tra i bambini di ieri e quelli di oggi, oltre che l’opportunità di riscoprire un grande classico del cinema di fantascienza.
Giulia Colella