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Torino Film Festival 2023: palmares e considerazioni finali

Vince il concorso internazionale

Una pellicola ucraina ha vinto il 41° Torino Film Festival. L’ultima edizione diretta da Steve Della Casa, che durante la premiazione ha ricevuto da Renato Zaccarelli una maglietta personalizzata del suo Torino, prima di lasciare la mano al già designato Giulio Base.

La Palisiada

Il premio di miglior lungometraggio del concorso internazionale è stato assegnato a La palisiada di Philip Sotnychenko, uno dei più discussi tra gli spettatori del festival.
Un film che mette in parallelo due piani temporali, mescolando immagini di finzione a immagini d’archivio. Due indagini a 25 anni di distanza, in seguito a due spari, con alcuni personaggi in qualche modo coinvolti entrambe le volte: la prima nel 1996 con l’Ucraina da poco staccatasi dall’Urss (“Ti ricordi quando l’Ucraina è diventata indipendente?” chiedono al giovane accusato), la seconda nel 2021, prima dell’invasione russa. È un film di detection anche per lo spettatore, costretto a mettere insieme frammenti labili, elementi di un puzzle che combaciano a fatica, per ricostruirsi da solo le situazioni e i collegamenti tra i personaggi. La palisiada è un poliziesco sui generis e centrifugo, che dà un quadro fosco di una società che negli anni ‘90 era ancora alle prese con la pena di morte e costretta letteralmente a lavare il sangue. C’è anche la ripetuta rimessa in scena del primo omicidio per verificarne le circostanze. Sotnychenko fa abbondante uso di piani sequenza e costruisce alcune scene che sorprendono e restano negli occhi, oltre al finale di forte impatto. Molto bello il momento in cui lo psichiatra Sasha, reduce da un interrogatorio, compra al mercatino un’armonica per la figlia e all’improvviso i venditori spostano le bancarelle dai binari per far passare il treno (una situazione rivista più tardi dalla soggettiva del conducente del treno).

Premio speciale della giuria al francese Le ravissement di Iris Kaltenbäck, che ha ricevuto pure il riconoscimento di miglior attrice per Hafsia Herzi e il premio scuola Holden per la sceneggiatura.
Una menzione speciale per l’interpretazione è andata a Barbara Ronchi in Non riattaccare di Manfredi Lucibello.
Miglior attore l’argentino Martin Shanly, regista e interprete di Arturo a los 30 – About Thirty. Un film fatto di piccole cose, frammentario, in bilico difficile tra leggerezza e dramma. È il marzo 2020 e trentenne Arturo afferma che è la peggior giornata della sua vita. Si prepara con gli amici al matrimonio dell’amica Dafne, intanto parlano del Covid-19 che si sta avvicinando ed è dai più sottovalutato. Dopo la cerimonia, Arturo e un gruppo di invitati fanno un incidente in auto. Così il giovane ripensa a episodi del recente passato, dal 2016 in poi. Questioni legate a un trauma precedente, al difficile rapporto con madre e agli amici, come il trans Nico con cui va alla ricerca della sua madre naturale. Arturo, senza arte né parte, pochi soldi, scarsa personalità, vive da gregario un po’ alla giornata prima di cominciare a interrogarsi. Un piccolo film di piccole cose, frammentario, con questioni esistenziali che non diventano dilemmi. Un debutto che non entusiasma troppo.

Linda e il pollo

Miglior sceneggiatura all’animazione Linda e il pollo – Linda veut du poulet! di Chiara Malta (già autrice di Armando e la politica e Simple Women) e Sébastien Laudenbach.
Il Premio Fipresci della stampa è andato al coreano Birth di Jiyoung Yoo, un film profondo, sfaccettato e tagliente che avrebbe meritato maggiore considerazione da parte della giuria. La storia di una coppia, uno insegnante di inglese in una scuola privata, l’altra scrittrice, che non vuole avere figli. Fanno regolarmente sesso protetto, ma un giorno la donna scopre di essere incinta. Lei vorrebbe abortire, lui non vuole, ma la donna ha dei problemi di salute e i medici le sconsigliano di abortire. Durante la gravidanza cerca di pubblicare il suo secondo romanzo, mentre inizia a scrivere Birth, dove esprime pensieri e dubbi di una madre sull’avere figli. Intanto il marito diventa responsabile della sezione staccata dell’istituto, ma inizia a capire quanto il proprietario sia sfruttatore e ingrato. Quello di Jiyoung Yoo è un buon film, che sviluppa bene (prendendosi anche il tempo necessario) i tanti temi che affronta: la maternità e la paternità, il desiderio e il rifiuto dei figli, le ambizioni e scelte di vita, la letteratura, la corrispondenza tra vita e letteratura, le condizioni del lavoro intellettuale.

Il Premio Valdata dei lettori di TorinoSette è stato attribuito al saudita Mandoob – Night Courier di Ali Khatami. Il titolo indica il protagonista, un uomo che deve fare un doppio lavoro, di giorno in call center e la sera come fattorino, effettuando consegne nelle case. Una sera si rende conto che gli spacciatori guadagnano molto più di lui e, spinto dal bisogno di soldi, ruba merce agli spacciatori e si caccia nei guai. È un poliziesco anomalo, dai ritmi dilatati e irregolari. Il regista riesce a creare una certa atmosfera, ma il film a tratti gira a vuoto e si dilunga troppo. Interessante è mostrare il lato nascosto e al buio di Ryad, dove esistono traffici proibiti ma tollerati e vivono anche persone che faticano a campare del loro lavoro.

Miglior documentario Notre corps – Our Body della francese Claire Simon, con premio speciale della giuria all’argentino Clorindo Testa di Mariano Llinas (suo il cult La flor, mentre in parallelo è stato dedicato un focus al cinema dell’Argentina) e menzione al bosniaco Silence of Reason di Kumjana Novakova, vincitrice anche del premio collaterale “Gli occhiali di Gandhi”.
Quest’ultima è un’opera che lascia senza parole, una ricostruzione, attenendosi alle prove – immagini fotografiche e video, voci e trascrizioni delle deposizioni delle donne rinchiuse nei Campi di stupro nella zona di Foca – del procedimento tenutosi davanti al Tribunale penale internazionale nel 2000 per stupri avvenuti durante la guerra in Bosnia. Le testimonianze al processo portarono per la prima volta a riconoscere lo stupro di massa come crimine contro l’umanità. Il documentario parte dal ritrovamento di tre donne morte lungo la Drina in punti diversi nella zona di Foca tra il 25 giugno e l’8 luglio 1992, tutte non identificate e sepolte sul posto. La regista si addentra poi nei casi delle tante donne rapite e rinchiuse nei campi, picchiate, violentate, detenute, a volte vendute, raccontandone le vicende con esattezza e con il rigore freddo di una deposizione. Un film cui basta solo lo scorrere delle scritte, senza bisogno di mostrare nulla, per togliere il fiato.

Nel Concorso documentari italiani ha vinto Giganti rosse di Riccardo Giacconi, mentre il miglior cortometraggio è Un respiro parziale ma intero di Lorenzo Spinelli.
Nella sezione Crazy, dedicata al cinema di genere tra horror e fantastico, è stato proclamato miglior film Augure – Omen di Baloji. Infine premio Interfedi ad Amen di Andrea Baroni.

Nicola Falcinella

CONCORSO LUNGOMETRAGGI INTERNAZIONALI

Miglior film
LA PALISIADA di Philip Sotnychenko (Ucraina)

Premio speciale della giuria
LE RAVISSEMENT di Iris Kaltenbäck (Francia)

Miglior attrice
Hafsia Herzi per il film LE RAVISSEMENT di Iris Kaltenbäck (Francia)

Miglior attore
Martin Shanly per il film ARTURO A LOS 30 di Martín Shanly (Argentina)

Miglior sceneggiatura
Sébastien Laudenbach e Chiara Malta per il film LINDA VEUT DU POULET! di Sébastien Laudenbach e Chiara Malta (Francia/Italia)

CONCORSO DOCUMENTARI INTERNAZIONALI

Miglior film IWONDERFULL
NOTRE CORPS di Claire Simon (Francia)

Premio speciale della giuria
CLORINDO TESTA di Mariano Llinás (Argentina)

Menzione speciale
SILENCE OF REASON di Kumjana Novakova (Bosnia)

CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI

Miglior film
GIGANTI ROSSE di Riccardo Giacconi (Italia)

Premio speciale della giuria
TEMPO D’ATTESA di Claudia Brignone (Italia)

SPAZIO ITALIA | CONCORSO CORTOMETRAGGI ITALIANI

Miglior cortometraggio
UN RESPIRO PARZIALE MA INTERO di Lorenzo Spinelli (Italia)

Premio speciale della giuria, ex aequo
LE FENNE di Giulia Di Maggio (Italia)
e
EVEN TIDE di Francesco Clerici (Svizzera/Italia)

CRAZIES | CONCORSO

Miglior film
AUGURE / OMEN di Baloji (Belgio / Congo / Olanda / Germania / Sud Africa)

Menzione speciale
VISITORS – COMPLETE EDITION di Kenichi Ugana (Giappone)
e
THE COMPLEX FORMS di Fabio D’Orta (Italia)

Premio FIPRESCI
BIRTH di Jiyoung Yoo (Corea del Sud)

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