La mafia uccide solo in estate è l’esordio cinematografico di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, primo film italiano in concorso al Festival di Torino 2013. Pif, noto al grande pubblico per esser l’ideatore e conduttore della fortunata trasmissione di MTV Il testimone, non è nuovo al mondo del cinema d’autore avendo in passato collaborato alle produzioni di Un tè con Mussolini e I cento passi di Marco Tullio Giordana.
Il film racconta la vita d’Arturo, bambino palermitano la cui vita è strettamente intrecciata con tutti i più significativi fatti di mafia che sconvolgeranno la città negli anni 80 e 90. La mafia uccide solo in estate è anche la storia d’amore tra il protagonista e Flora, la compagna di banco di cui è innamorato fin dalle scuole elementari.
Troviamo lo stile che abbiamo apprezzato ne Il testimone ad aprire il film: uno stralunato Pif parlando in macchina presenta se stesso (Arturo) e l’oggetto del suo perenne desiderio. Dello stile televisivo rimarrà fino alla fine del film solo l’inconfondibile voce off ad accompagnare la vicenda del protagonista, sottolineando con arguzia ed ironia le vicende di questo Forrest Gump palermitano. La storia d’amore di Arturo e Flora incrocerà infatti tutte le vicende ed i protagonisti dei due decenni: il commissario Boris Giuliano, il giudice Rocco Chinnici, l’ascesa e la caduta di Salvo Lima fino agli assassini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Come in Forest Gump i filmati di repertorio s’intrecciano con le ricostruzioni in un impasto che risulta a tratti armonico, a tratti forse fin troppo denso di personaggi e situazioni. Sarà proprio il moto d’indignazione per le stragi di Capaci e via D’Amelio a avvicinare definitamente due i due protagonisti.
Si può ridere o sorridere ricordando tremendi fatti di mafia? Pif ci riesce e regala un film che potremmo definire didattico, da utilizzare per raccontare a chi non c’era (o non ricorda) un importante pezzo di storia italiana fatta di omertà e di grandi eroi. Eroi che il protagonista omaggia con un commosso tour finale tra le lapidi disseminate per la città di Palermo insieme al figlio avuto da Flora. Un’operazione già riuscita nella trasmissione Il testimone (rivedere la puntata intervista con Roberto Saviano che mantiene la stessa profonda leggerezza), uno strumento che per il linguaggio e per la simpatia del protagonista ci auguriamo raccolga l’attenzione di chi purtroppo è abituato a subire sul tema stereotipate narrazioni televisive stile Baciamo le mani o Il capo dei capi.
Massimo Lazzaroni
La mafia uccide solo d’estate
Regia: Pif (Pierfrancesco Diliberto). Sceneggiatura: Michele Astori, Pif, Marco Martani. Fotografia: Roberto Forza. Montaggio: Cristiano Travaglioli. Interpreti: Cristiana Capotondi, Pif, Ginevra Antona, Alex Bisconti, Ninni Bruschetta, Ninni Bruschetta. Origine: Italia, 2013. Durata: 90′.