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Tolo Tolo

Il nuovo film di Checco Zalone

Più del film è interessante il dibattito surreale intorno al nuovo lavoro di Checco Zalone, cerchiamo di capirne qualcosa prima di parlare di quel che gli spettatori vedranno sullo schermo. Settimana scorsa come lancio del film è uscito il videoclip “Immigrato” (si può vedere a questo link https://www.youtube.com/watch?v=yRF117lEKRE) e molti ben pensanti sono partiti accusando Zalone di razzismo prima ancora di vedere il film. Ovviamente l’accusa era totalmente fuori luogo, sarebbe bastato soffermarsi su quel “prima l’italiano” per capirlo, e sarebbe anche bastato capire che quella canzone non ha niente a che fare col film. Dopo l’anteprima stampa di pochi giorni fa il dibattito sta proseguendo in modo forsennato: molti lo hanno sdoganato e ora si chiedono se Zalone è di sinistra, ci sono anche quelli che “ve l’avevo detto che Zalone è un genio!”, mentre altri si chiedono se prende in giro Salvini o prende per il culo tutti noi. Sono partiti addirittura gli accostamenti con Alberto Sordi, le citazioni neorealiste all’interno del film hanno creato scompensi ai più, mentre in molti altri sono rimasti sorpresi da un film molto diverso dai quattro precedenti. Quel che è certo è che tutti ne stanno parlando e tutti andranno a vederlo, sono già passati quattro anni dai 65 milioni di incasso di Quo vado? e anche a questo giro ci si aspetta altrettanto, almeno se lo aspetta l’asfittica industria del cinema italiano, e diciamo che questo dibattito non fa che il gioco del film, distribuito ovunque da Medusa già dalla notte di Capodanno.
Passiamo al film e capiamo subito che il soggetto è di Paolo Virzì con cui Zalone condivide la sceneggiatura, mentre la regia è firmata direttamente dal comico pugliese col suo nome di battesimo, Luca Medici. Sono due novità interessanti, per la prima volta Zalone firma la regia del film abbandonando Gennaro Nunziante che aveva diretto tutti i quattro film precedenti, e la collaborazione con Virzì ci fa capire che l’ambizione è sicuramente maggiore e che forse Zalone vuole togliersi la maschera che si è messo in molti anni di carriera.
La storia parte da Spinazzola, Checco è un sognatore arruffone che vuole trapiantare la cultura del sushi in Puglia, il suo “Murgia Sushi” ovviamente sarà un fallimento. I debiti assalgono subito Checco che decide di scappare dall’Italia, si rifugia da cameriere in un resort africano dove conosce il collega Oumar (Souleymane Sylla), un ragazzo che sogna l’Italia e adora il cinema neorealista. Checco si sente però più vicino ai tanti ricconi italiani che in hotel si lamentano in maniera populista e ridicola dell’Italia. La guerra civile spazzerà via però ogni suo dubbio e spingerà Checco con Oumar prima nel villaggio di quest’ultimo, poi direttamente sulla rotta per l’Europa: attraverso strambe avventure con bus precari, reporter d’assalto, deserto e carceri riusciranno a raggiungere le spiagge che affacciano sul Mediterraneo. Nel perfetto stile del suo personaggio Checco non vuole saperne di tornare in Italia dove lo attendono al varco i debiti e le ex mogli, vorrebbe trovare nuova casa in Liechtenstein, dove ovviamente c’è il segreto bancario. Non avrà però altra scelta che farsi trascinare nel viaggio, anche  perché si è innamorato di Idjaba (Manda Touré), anche lei in fuga in compagnia del figlio Doudou (Nassor Said Birya), un ragazzino che  ha preso in simpatia Checco.
Nel cast ci sono anche Barbara Bouchet, ricca signora ospite del resort, Nicola Di Bari che fa lo zio incattivito di Checco e Nichi Vendola che interpreta se stesso in uno strepitoso cameo. Zalone interpreta invece il suo solito personaggio, riempito questa volta dalle ossessioni tipiche dell’imprenditore italiano: le troppe tasse e l’ossessiva burocrazia che impediscono di sognare; è un personaggio ovviamente incapace di comprendere l’Africa nella quale ricerca in modo surreale dei cosmetici per la pelle. È il tipico italiano vestito con eleganti abiti griffati che però si rompono inesorabilmente quando la situazione degenera, un italiano tutta apparenza e nessuna capacità che è pronto a farsi sedurre facilmente da razzismi e fascismi.
Ne esce uno strano film che da una parte è una commedia fin troppo musicale, dall’altra è invece un lavoro ambizioso, pieno di passaggi non lineari molto diversi dalla costruzione semplice dei film precedenti. Si sorride ovviamente ma senza mai ridere di gusto, è forse il film meno divertente del comico pugliese ma è sicuramente un pregio, le battute azzardate sono alternate a momenti pieni di umanità che fanno riflettere lo spettatore. Tolo Tolo è pertanto un film anche politico, mischia il populismo lieve del suo personaggio con l’immigrazione, il terrorismo, le guerre, le navi delle Ong, la retorica dell’imprenditore italiano. Zalone ci racconta in buona sostanza la storia di italiani che sono tutt’altro che brava gente e fa dei chiari riferimenti al discorso politico di oggi con una delle battute più riuscite del film: “il fascismo ce l’abbiamo tutti dentro, pronto a riemergere, come la candida”.


Tutto il film è costruito per arrivare al maggior numero di spettatori possibili, a tratti è sicuramente elementare e anche il finale è un po’ troppo zuccheroso, ma il discorso che fa è di questi tempi coraggioso. Crediamo che i milioni di spettatori che coinvolgerà ne saranno sorpresi.

Claudio Casazza

Tolo Tolo

Regia: Luca Medici. Sceneggiatura: Paolo Virzì, Checco Zalone. Fotografia: Fabio Zamarion. Montaggio: Pietro Morana. Musiche: Luca Medici. Interpreti: Checco Zalone, Souleymane Silla, Manda Touré, Nassor Said Birya, Alexis Michalik, Arianna Scommegna, Jean Marie Godet, Nunzio Cappiello, Nicola Nocella, Fabrizio Rocchi, Diletta Acquaviva, Barbara Bouchet, Nicola Di Bari. Origine: Italia, 2020. Durata: 90′.

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