Lucius Modestus (Abe Hiroshi) è un architetto serio e rigoroso della Roma imperiale. Il suo compito è disegnare terme per la capitale dell’impero. Lucius lavora con impegno, ma i suoi progetti non piacciono. Gli dicono che tutto quello che fa ha il sapore del già visto e che deve rinnovarsi. C’è bisogno di qualcosa di nuovo, di strabiliante. Qualcosa come un balzo in avanti. Quello che serve a Lucius è un’idea da un altro mondo. E allora, d’improvviso, mentre è immerso nella sua ricerca, Lucius Modestus viene catapultato in un bagno termale del Giappone contemporaneo.
Il primo episodio di Thermae Romae arriva in Italia nel 2012, grazie al Far East Film Festival. Adesso che il secondo episodio è già pronto (anche questo presentato al FEEF), il primo esce finalmente nelle sale. Perciò, se siete appassionati di cinema dell’estremo oriente, è probabile che per voi Therme Romae I abbia il sapore di una buona notizia arrivata in ritardo. Per tutti gli altri, invece, è una buona occasione per vedere qualcosa di insolito e divertente, che non è poco.
Spinto in avanti da un certo tipo di comicità, tutta sbilanciata sull’assurdo e sulla caricatura, Thermae Romae prova a mettere insieme due mondi completamenti diversi, cercando, e molto spesso trovando, in quegli improbabili accostamenti, la via per la risata, e persino per una qualche morale.
La cultura Giapponese per le terme, e più in generale per il bagno, è una tra le più antiche e sviluppate del mondo. Eppure, tra tutti i bagni possibili, Lucius Modestus verrà catapultato in un bagno tradizionale, frequentato per lo più da persone anziane e modeste. Lontanissimo cioè, dai centri benessere luminosi, cromati, solitari e costosissimi. Sembra paradossale, ma questo architetto romano di quasi duemila anni fa, catapultato nel futuro, troverà il senso del proprio mestiere proprio rivolgendosi alla tradizione. Certo, ciò che troverà saranno oggetti e invenzioni strabilianti per lui, ma saranno un gruppo di vecchietti ad aiutarlo nel momento della verità. Quelli stessi vecchietti che frequentano i bagni pubblici, per stare insieme e condividere un momento di tranquillità. Per curarsi dagli acciacchi della vita di tutti i giorni. E che hanno per le terme quello stesso amore e rispetto che Lucius dichiara fin dalle prime battute del film.
C’è da dire che non tutto funziona nel film di Takeuchi Hideki. Manca per esempio un cambio di ritmo davvero convincente, e si ha la sensazione che a un certo punto le cose si complichino più per fuggire al rischio della ripetitività (i continui salti temporali di Lucius), che per lo sviluppo di una sceneggiatura coerente. Eppure Therme Romae ha dentro una vitalità che sarebbe ingiusto negare, e una passione per la stramberia che ha del contagioso. Tratto dal manga di Yamazaki Mari (pubblicato in Italia da Planet Manga), Thermae Romae assomiglia alla invenzioni che Lucius porta a casa dalle sue fughe nel Giappone moderno: una ventata d’aria nuova nei vapori delle nostre sale del cinema, riscaldate dall’estate che arriva.
Matteo Angaroni.
Thermae Romae
Regia: Tacheuki Hideki. Sceneggiatura: Muto Shogo. Tratto dal manga di Yamazaki Mari. Fotografia: Kawagoe Kazumari.
Interpreti: Abe Hiroshi, Ueto Aya, Kitamura Kazuki, Takeuchi Riki, Shishido Kai, Sasano Takashi.
Origine: Giappone, 2012. Durata: 108′