RecensioniSlider

The Last Exorcism – Liberaci dal male

last exorcism

Non c’era nemmeno bisogno di vedere il primo tassello del distico, firmato dal tedesco Daniel Stamm, per sapere che anche il secondo avrebbe deluso le aspettative. Non perché sia girato male, questo no (c’è molto più cinema qui dentro che nel sequel spurio di The Blair Witch Project, tanto per dire), ma perché totalmente sbagliato. È un problema di fondamenta, quello che si ritrova a gestire il canadese Ed Gass-Donnelly, qui al suo esordio nel genere, e quando ti mancano le basi più elementari sui cui erigere la struttura, non puoi pretendere di concludere il lavoro con tanto di tegole e segnavento vittorioso appiccicato al comignolo. D’accordo, si potrebbe anche dissertare su un copione insulso nella forma e scipito per il palato, ma a Damien Chazelle spetta solo la metà delle colpe, forse nemmeno quella. Qui bisognerebbe scomodare una questione di più ampio respiro, ovvero il rispetto dello spettatore. Ecco, se qualcuno (che si chiami Ed Gass-Donnelly o in qualsiasi altro modo) pensa che la ricetta di un buon horror sia un impiastro di tante suggestioni prese più o meno a caso dai film precedenti, allora è meglio che cambi mestiere o che diriga una pellicola il cui target non abbia una maturità superiore ai dodici anni e una conoscenza del genere che non vada oltre Scream o gli ultimi Venerdì 13. A a tutti gli altri, una sbobba come questa non la puoi servire, né calda, né fredda, né intiepidita sul momento. L’orrore, lo si è detto, ripetuto e lo si ribadisce ancora una volta, non è un tegame stregonesco di retorica, all’interno del quale ribollono gli immancabili gangheri che scricchiolano, le apparizioni subitanee, i salterelli convulsivi dei presunti indemonianti che sbucano dall’angolo dove nessuno ha guardato, ma esattamente quando tutti se l’aspettano. last exorcIn quest’opera niente funziona come dovrebbe, dalla regia, impeccabile come per ogni prodotto americano, ma che si ferma soltanto al saggio scolastico, al lavoretto accademico che non dice nulla in più rispetto alla finalità per cui è stato concepito, alla recitazione: inutile, noiosa, prevedibile. Ashley Bell, un manico di scopa dalla faccia antipatica, è ancora alle prese con il perfido Abalam, ma questa volta il formato found footage lascia il posto a un montaggio più classico, che purtroppo non beneficia però neanche di una intuizione. Forse il miglior film della decade dedicato al demonio (nel senso di meno peggio) resta ancora Il rito, ma solo per la presenza di Anthony Hopkins a fare da padrino, perché per il resto siamo in alto mare. Ed Gass-Donnelly, e come lui Eli Roth che produce il lavoro, si divertono a lanciare dadi e a improvvisare le svolte narrative come le scene ad effetto, che tra l’altro non vanno oltre un prologo efficace e una crisi epilettica a danno di un’ospite del convitto sotto il cui tetto è accolta la stessa Bell. Tra i due estremi si collocano delle inutili digressioni, come dei misteriosi figuri mascherati per le strade carnascialesche di New Orleans che paiono guatare la pavida protagonista (niente paura, le atmosfere “carnali” da Mardi Gras che avevano animato Candyman 2 sono lontane anni luce, così come il pittoresco surreale del fulciano L’aldilà, entrambi film che il nostro Gass-Donnelly non deve avere nemmeno mai visto). Il diavolo è qualcosa di diverso, di profondo, di voluttuoso e concupiscente. Ve lo ricordate Ascensore per l’inferno? Bravi. The Last Exorcism Part II non ha un grammo di erotismo, non è sboccato quando dovrebbe, è riflessivo quando non dovrebbe esserlo. Sarebbe bastata una lezioncina di ginecologia impartita a colpi di crocifisso per importunare persino la Linda Blair dei bei tempi andati; ma a quello ci ha pensato Ulrich Seidl nel recente Paradies: Glaube, ed è stato ripagato del coraggio con una denuncia per vilipendio. Una cosa buona, però, questo The Last Exorcism ce l’ha: si chiama Julia Garner, ed è una biondina riccia dal volto inquietante. Fosse stata lei la protagonista, forse il suo film si sarebbe anche avvantaggiato di una mezza tacca aggiuntiva; poco per toccare la sufficienza, ma abbastanza per arrancare ai titoli di coda senza il fiatone.

Marco Marchetti

Regia: Ed Gass-Donnelly. Sceneggiatura: Damien Chazelle. Fotografia: Brendan Steacy. Montaggio: Ed Gass-Donnelly. Musica: Michael Wandmacher. Interpreti: Ashley Bell, Julia Garner, Spencer Treat Clark, David Jensen, Tarra Riggs, Louis Herthum. Origine: USA. Durata: 88 min. / 93 min. (Unrated Edition)

Topics
Vedi altro

Articoli correlati

Lascia un commento

Back to top button
Close