Come in passato illustri colleghi del calibro di Ang Lee e Zhang Yimou, anche Wong Kar-wai si lascia sedurre dalla coreografica mitologia delle arti marziali orientali e dipinge un affresco ambizioso della vita di Ip Man, fondatore della disciplina del Wing Chun e celebre maestro di Bruce Lee. Cresciuto nel sud della Cina secondo la rigida disciplina delle arti marziali, Ip Man deve confrontarsi con la crisi causata dalla guerra cino-giapponese che colpisce il nordest del Paese. Il Grande Maestro Gong Baosen, reso debole dalla vecchia, sceglie di abbandonare la vita marziale e indice una cerimonia in cui dovrà scegliere l’uomo destinato a prendere il suo posto. Con Gong Baosen c’è la giovane figlia Gong Er, unica depositaria della leggendaria tecnica dei 64 palmi. Il mondo del kung-fu è concentrato sulla città di Foshan per capire chi sarà il nuovo maestro e successore di Gong Baosen.
Non è la prima volta che la figura di Ip Man viene raccontata dal cinema, ma Wong Kar-wai con The Grandmaster sceglie di seguire il filone degli action movie e, sebbene gli spettacolari combattimenti siano coreografati da Yuen Wo Ping (Matrix e La tigre e il dragone), sceglie di costruire un’epica capace di essere all’altezza di Sergio Leone per gigantismo, pur mantenendo degli elementi tipici del proprio cinema. Ci sono voluti otto anni di preparazione, quattro dal primo giorno di riprese al termine della postproduzione, per realizzare un film estremamente suggestivo dal punto di vista estetico, grandioso per confezione ma che rischia di risultare poco avvicinabile dal pubblico occidentale, poco pratico della storia delle arti marziali. La narrazione infatti sceglie uno stile secco, ellittico, capace di raccontare per l’ennesima volta una storia di un amore impossibile, quello tra Ip Man e Gong Er, tema cardine di del cinema di Wong Kar-wai, sebbene non riesca a infondervi la vita che era presente in In the mood for love o 2046.
Nel kung-fu, dice Ip Man, esistono solo due parole: orizzontale e verticale. Se commetti un errore, orizzontale. Se resti in piedi per ultimo, vinci. Anche l’amore è una declinazione di orizzontale e verticale, ma anche in questa occasione i protagonisti di Wong Kar-wai riusciranno a rimanere in piedi nonostante la sconfitta interiore.
Carlo Prevosti
The Grandmaster
Regia: Wong Kar-wai. Sceneggiatura: Wong Kar-wai, Zou Jingzhi, Xu Haofeng. Montaggio: William Chang. Interpreti: Tony Leung, Ziyi Zhang, Cheng Chang. Origine: Cina/Hong Kong, 2013. Durata: 123′.