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The Earth is Blue as an Orange… nel cuore del Donbas

Il film pluripremaito dell'esordiente Iryna Tsilyk

Vedi un film tra venti in un festival e, pur lasciando una traccia, finisce per andare in archivio in attesa che qualche distributore si prenda la briga di farlo circolare nelle sale. Il mercato, sempre più asfittico, lascia respirare a malapena le botte sicure (o quasi sicure), il resto è rischio, così che molti film bellissimi di autori sconosciuti o registi all’opera prima o seconda, anche premiati nelle kermesse di prima fascia, semplicemente scompaiono.
Poi scoppia una guerra che nessuno si aspettava (o quasi nessuno) e tutto ciò che porta immagini di quell’inferno attraverso il cinema diventa indispensabile.
The Earth is Blue as an Orange, finalmente distribuito in Italia, è un ibrido tra finzione e documentario ambientato nel Donbas appena prima della guerra che sta dilagando in Ucraina, teatro di scontri tra filorussi e ucraini, che dal 2014 si contendono la regione orientale. Ma la regista Iryna Tsilyk non racconta quella che a tutti gli effetti si è trasformata in una guerra civile, preferendo filmare una famiglia con la passione per il cinema e alle prese con la realizzazione di un cortometraggio, che coinvolge la madre single Anna e i suoi quattro figli. L’idea è quella di rappresentare il contrasto tra l’interno familiare e il caos esterno. La realizzazione del film diventa così il tentativo di trasformare il trauma del conflitto, di elaborarlo in tempo reale davanti alla loro Canon 5D. Inventandosi i ruoli del cinema, il progetto narrativo diventa dunque un processo di resistenza. Quando poi la figlia più grande viene selezionata in una scuola di cinema per imparare l’arte della direzione della fotografia, un entusiasmo nuovo entra in casa, rendendo quel piccolo film, non solo una testimonianza preziosa, ma il viatico verso un futuro luminoso.

Nel lavoro di Tsilyk c’è l’urgenza di visioni e riflessioni che vadano oltre le propagande, sempre a cavallo tra documento e costruzione a soggetto, ma senza imperativi, senza troppe questioni ormai obsolete che afferiscono alla disputa teorica e pure etica su cosa l’immagine dichiari di essere, a livello ontologico. Classe 1982, alla sua prima opera di lungometraggio, la regista con pochi mezzi tecnici ma tanta sensibilità e intelligenza, è favorita dai protagonisti stessi del suo film, già loro alle prese con un racconto sempre in bilico tra il cinema verità e la messa in scena.
Tsilyk ruba momenti di intimità, a volte sembra chiedere il permesso di poter esserci, altre volte non maschera la ricostruzione di momenti narrativi sfuggiti alla macchina da presa, con la complicità di madre e figli che giocano quindi a fare e farsi cinema. Tutto è palese, scoperto, come quando, in una delle scene più significative, viene chiesto ad alcuni militari, in transito con un blindato, di recitare una parte simulando loro stessi, che è poi il meccanismo dello sdoppiamento della realtà nel suo simulacro: ovvero il cinema documentario.

Poi ci sono i suoni delle bombe, le sirene, gli allarmi, il vento che soffia freddo sul Donbas, un mondo che gira storto e che non riesce a trovare equilibrio in questa terra blù come un’arancia, e che contrasta con le donne e i bambini invitati alla première in una piccola saletta per l’occasione allestita, che assistono alla proiezione del cortometraggio finito di Anna e figli per guardare con emozione il loro presente; e nei loro sguardi – gli occhi della vulnerabilità – ci sono speranza e paura.
Un racconto di ieri violentato dall’oggi.

Alessandro Leone

The Earth is Blue as an Orange

Sceneggiatura e regia: Iryna Tsilyk. Fotografia: Tsvetkov Vyacheslav. Montaggio: Ivan Bannikov, Danielius Kokanauskis, Iryna Tsilyk. Interpreti: Ganna Gladka, Stanislav Gladky, Anastasiia Trofymchuk. Origine: Ucraina/Lituania, 2020. Durata: 74′.

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