Alla fine degli anni ’90 un diciannovenne aspirante attore, Greg Sestero (Dave Franco), incontra un altro aspirante attore, Tommy Wiseau (James Franco), età e provenienza imprecisata, accento slavo, privo di talento seppur ispirato da Tennessee Williams (!). Convinti di potercela fare, i due si trasferiscono a Los Angeles nell’appartamento di Wiseau. Ciccati tutti i casting, Tommy decide di scrivere e dirigere un suo film, un melodrammatico triangolo amoroso che finirà in tragedia. Forte di un conto in banca senza fondo, Tommy acquista macchine da presa e ogni apparecchiatura da set, con Greg completa cast tecnico e artistico e comincia a girare senza avere la minima idea di linguaggio cinematografico e di cosa significhi dirigere attori e troupe. Il risultato è The Room, un orrendo film senza capo né coda, che esce nel 2003 ma che incredibilmente diventerà un cult nei dieci anni successivi, ancora oggi proiettato a mezzanotte in diversi cinema, campione dei film sconclusionati, tanto brutto da diventare comico.
Finalmente – verrebbe da dire – James Franco imbrocca un film. Ed è paradossale che il suo miglior lavoro racconti il più brutto film della storia del cinema. The Disaster Artist è il racconto di un personaggio come tanti ne girano ad Hollywood, lavoratori nei fastfood a due passi dal sogno (americano), come la cameriera interpretata da Emma Stone in La La Land, ma con una cifra di follia che lo pone al di sopra della mediocrità. Determinato, sfacciato, incosciente, eccentrico, al tempo stesso appassionato e ignorante (di cinema), soprattutto ricco sfondato, Tommy Wiseau si definisce un alieno incompreso che cerca di rappresentare la vita vera (più semplicemente mettere in scena un dramma personale privo di interesse). Di lui, ancora oggi, poco si sa: nonostante affermasse di essere originario di New Orleans, il suo accento dell’est Europa tradisce ben altri natali. Nel documentario Room Full of Spoons, realizzato da Rick Harper nel 2006, l’autore sostiene una provenienza polacca, ma non riesce a far luce sull’immenso patrimonio di Tommy. E la differenza, in effetti, tra Tommy e tutti gli altri sognatori, l’ha fatta proprio il gruzzoletto (6 milioni di dollari!) che l’improvvisato regista ha speso senza battere ciglio per portare un’idea bislacca sullo schermo.
James Franco e gli sceneggiatori Scott Neustadter e Michael Weber prendono spunto dal libro pubblicato da Greg Sestero nel 2013, che ripercorre la genesi di The Room e descrive affettuosamente il “genio visionario” dell’amico Wiseau, per mettere in scena la più strampalata delle avventure hollywoodiane, che finisce però per raccontarci molto non tanto del cinema trash, che da Ed Wood a Godfrey Ho ha trovato molte patrie, pochi schermi e l’irresistibile voglia (in analogico e poi in digitale) di fare film nonostante lo scarso talento degli autori; ma dei margini frastagliati che separano l’Olimpo dal pianeta Terra, la qualità dalla mediocrità, il successo dalla marginalità. Franco, che interpreta mimeticamente Wiseau (quasi ad esorcizzarne la figura del matto senza attitudine), affascinato più dalle sue fragilità che dal delirante proposito di arrivare a produrre un capolavoro, non trascina mai il suo personaggio nel macchiettismo (o non solo, o non tanto da diventare fastidioso), ma attraverso gli occhi di Greg vi si avvicina fraternamente, cogliendo in Tommy una natura tragica, simile a quella del clown. E non è un caso che alla fine The Room faccia ridere e che faccia ridere il ménage a trois che senza un’idea di cinema trasforma in farsa la tragedia.
The Disaster Artist, dopo la prima parte centrata sull’amicizia generativa tra Tommy e Greg, diverte nella rappresentazione di un set fuori dagli schemi, lontano dalle più semplici regole di produzione, adattato alle tempeste umorali di Wiseau, con una troupe che regge il gioco solo perché profumatamente pagata e che spera fino in fondo nella natura enigmatica del genio. Ma è il finale a porre degli interrogativi che scavano oltre il personaggio: surreale è Tommy Wiseau o il pubblico che elegge a culto un prodotto mediocre? Perché questo, in fondo, è il problema, il cattivo gusto imperante, occhi e cervelli non educati. E non si tratta più di dare un senso alla merda di artista manzoniana, ma di fare i conti con la merda e basta, e di trovarla, alla fine, niente male!
Vera Mandusich
The Disaster Artist
Regia: James Franco. Sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber. Fotografia: Brandon Trost. Musiche: Dave Porter. Interpreti: James Franco, Dave Franco, Seth Rogen, Zoey Deutch, Alison Brie, Kristen Bell, Lizzy Caplan, Zac Efron, Bryan Cranston. Origine: Usa, 2017. Durata: 104′.