Per chi non avesse seguito le prime due parti di questo reportage, dal 31 maggio al 7 giugno presso la Cineteca Nazionale di Tel Aviv si è tenuto il sedicesimo Tel Aviv International Student Film Festival, nato quasi 28 anni fa questo festival dedicato alle scuole di cinema israeliane e internazionali è uno degli eventi più interessanti che la città propone nel già ricco panorama culturale. Per capire cos’è esattamente il TAU film festival abbiamo intervistato Talia Bernstein e Roni Shamiss le due giovani direttrici del festival.
Ci potete raccontare un po’ la storia di questo festival?
Roni: Il festival è nato nel 1986 ad opera degli studenti del Dipartimento di Cinema dell’Università di Tel Aviv e fino al 2012 aveva scadenza biennale, due anni fa abbiamo deciso con l’ex direttore del festival che da questa edizione sarebbe diventato annuale, ecco perché il festival nonostante sia alla sua sedicesima edizione ha già ventotto anni.
Un festival nato dalla passione degli studenti, è ancora così?
Roni: Assolutamente si, sono tutti volontari, abbiamo più di centoventi ragazzi che lavorano tutto l’anno per il festival, coinvolti nella direzione, nella produzione, addetti all’ospitalità o alla perte tecnica, è davvero una grosso festival in questo senso. Inoltre tutti gli studenti stranieri che sono qui con i loro lavori vengono ospitati da quelli israeliani, nelle loro case, è magnifico, si creano così dei legami molto forti e magari anche delle collaborazioni. Credo che questo renda molto speciale il nostro festival.
Ci potete invece spiegare come funziona l’organizzazione del vostro festival?
Talia: Praticamente io e Roni iniziamo a lavorare per il festival da luglio dell’anno prima, ci occupiamo dell’organizzazione, del foundraising, della parte artistica e organizzativa, inoltre ci sono due produttori e un responsabile dello staff che si occupa degli ospiti. Poi c’è un sacco di altra gente che lavora con noi, ad esempio lo staff tecnico, anche loro sono dell’Università di Tel Aviv e fanno un magnifico lavoro perché la parte tecnica è importantissima. Tutto questo è fatto da volontari ed è molto importante che sia così, questo non è un lavoro dove fai quello che devi e prendi i tuoi soldi, qui i volontari ci mettono il cuore facendo spesso molto di più di quello che gli viene chiesto.
Ma sono tutti volontari o c’è qualcuno che ha un contratto di lavoro?
Talia: Abbiamo cinque persone a contratto io e Roni come direttrici, Heli Hardi e Atara Phrish come produttrici e Adi Kuthner come staff manager. Queste persone lavorano per il festival, sfortunatamente senza diventare ricche.
Invece chi si occupa della selezione dei lavori e delle opere in concorso?
Talia: Per quello abbiamo dei gruppi di visione composti da registi, selezionatori e coordinatori per ogni sezione di concorso, quella israeliana, quella internazionale e quella mediterranea. Riceviamo tantissimi lavori durante l’anno e la selezione viene organizzata da questi gruppi e da noi che ci interfacciamo con loro. Inoltre ci occupiamo anche dei lungometraggi che proponiamo al festival. Questi in realtà vengono scelti dai nostri ospiti, quest’anno abbiamo avuto i fratelli Dardenne, Leos Carax e altri, ci consultiamo con loro e cerchiamo di portare dei film che li rappresentino oppure di portare le loro ultime produzioni.
Quando selezionate un film o un regista da portare al festival lo fate con un’ottica didattica?
Talia: Certo. Questo è la cosa fondamentale, noi non invitiamo ospiti che non abbiamo il desiderio di raccontare qualcosa o di insegnare qualcosa al nostro pubblico. Ad esempio i fratelli Dardenne hanno accettato solo se gli avessimo fatto tenere due workshop di due ore ciascuno.
Roni: Si hanno voluto avere una delle piccole sale per avere un gruppo ristretto di studenti, per poter parlare e discutere con loro, per avere uno scambio reale.
Parliamo del budget, in Italia è una nota dolente (noi lo sappiamo bene n.d.r), voi come vi organizzate?
Talia: E’ molto difficile, ci lavoriamo tutto l’anno, anche adesso. Riceviamo qualche fondo dal governo, qualcosa dal comune di Tel Aviv e qualcosa dall’università in cui siamo nati e cresciuti, ma per il resto è tutta una ricerca di sponsor.
Roni: Cerchiamo di coinvolgere le aziende in progetti che permettano ai giovani filmaker di ricevere qualche fondo per realizzare le loro opere prime, ad esempio con Yes.TV (una delle pay tv israeliane sponsor del festival) abbiamo fatto così e loro si sono dimostrati molto interessati al progetto.
Il TAU festival ha una lunga storia, è stato un buon trampolino per chi vi ha partecipato?
Talia: Certo, abbiamo un’illustre lista di ex partecipanti, come Thomas Vinterberg e Francois Ozon che hanno partecipato come studenti, i creatori di Games of Thrones, insomma parecchi nomi. Poi da noi il vincitore della sezione israeliana di solito inizia a lavorare come regista, viene considerato una nuova speranza del cinema.
da Tel Aviv, Mattia Coletto