Il titolo traditore
Ce lo si doveva aspettare, il sesso è solo l’esca. La bella foto di copertina. L’indiscutibile potere del cinema di sussurrare la metafora all’orecchio. Ben venga il titolo provocante e provocatorio che scorre sugli schermi delle stazioni. Oggi avverrà il tradimento dell’ ingenuo che comprerà il biglietto solo per maliziosa curiosità.
Joe è una ninfomane che si racconta a Selingman, un anziano e pacato signore. Dopo averla raccolta da terra ferita, le offre la sua camera da letto, che diventa il confessionale. Una stanza tutt’altro che claustrofobica – ricordo bene la gestione dello spazio interno in Carnage di Polanski – spoglia di decorazione e di imbarazzo. Joe è una donna che fa paura. Distingue femmineo da femminile, e non esita un istante nel suo patologico racconto. Ma ha veramente senso chiamarlo tale? Dopotutto Joe non è nient’altro che una donna che conosce se stessa. Trova il suo modo per combattere la sofferenza di un’emozione, tanto valido quanto un suicidio. Ora, difficile esprimersi avendo assistito solo al primo capitolo. Perchè da questa settimana, al cinema, avremo la prima parte della versione censurata. Per ora Joe risulta La protagonista, è forte, cinica, indomabile. Anche sessualmente, perchè egoista e distaccata coi suoi amanti. E’ una donna che addomestica l’uomo. Un uomo che ha bisogno di chiederle di reggergli il cappotto per sentirsi ancora qualcuno. Come credere in un Lars misogino dopo questo racconto? Il suo schieramento è inequivocabile.
Nell’ouverture Lars dice: attento caro spettatore, perché ciò che troverai a terra varrà tanto quanto questo pezzo di ferro arrugginito. Sarà l’oggetto, l’apatia, e la materia del mio studio. Joe vorrebbe essere l’oggetto afferrato dalle mani di Jerome, ma per lo spettatore prende le fattezze un essere inanimato da osservare con attenzione e distacco. Lo sguardo di questo autore mette sempre in difficoltà, proprio perchè fa “rifamiliarizzare” i suoi personaggi alla lettura, gli fa “osservare l’amore”, li spoglia delle piccole emozioni per fargli provare quelle da shock. Un po’ come quell’inquadratura casuale – chissà poi quanto – che utilizzò ne Il grande capo. E’ il chirurgo che opera senza toccare il paziente.
Con Nymphomaniac ti porta per mano dentro al caos della vita, che poi tanto indecifrabile non è. Come il padre di Joe, ti spiega la vita attraverso le sue favole didattiche: la musica, la matematica, la pesca. La pesca!
Ma chissà quanti capiranno la vera trasgressione di questo progetto. Che non é una serie di foto di genitali maschili, ma sentirsi dire che a volte ci comportiamo come i pesci in frenesia alimentare. Che non è il gioco erotico per i vagoni del treno e nemmeno l’approccio all’orgasmo. E’ riconoscere un ordine, anche nella crudeltà, in questa vita apparentemente caotica. A tutti prima o poi capita un 3 + 5 = 8, nonostante sia difficile accettarlo. Una parte della sequenza di Fibonacci che ci chiarisce meglio chi siamo e cosa vogliamo. Se questo fosse possibile a far aprire gli occhi sull’ordine della vita.. ma non sarà cosi. Perché nel 2014 si distribuiscono copie censurate per evitare il danno. Perché forse non si è capito il vero danno, ovvero la consapevolezza di far parte di un cantus firmus tutto particolare.
Giulia Peruzzotti
L’amore è l’ingrediente segreto del sesso
«Mea vulva, mea maxima vulva», sono queste le parole che un gruppo di giovani donne, unite da un rifiuto viscerale per l’amore, ripete come fosse un mantra ipnotico in una scena del film. Se nella versione cattolica il Mea culpa vale come remissione dei peccati di fronte a Dio, nel nuovo lungometraggio di Lars Von Trier la stessa affermazione riformulata, così marcatamente femminocentrica, richiama l’idea che il sesso, come puro e semplice godimento, non possa essere considerato un “male in sé”, ma solamente una scelta, un ideale da seguire. Il regista, genio visionario e maestro della provocazione, elabora un racconto che va ben oltre questo facile assunto. Il film, lungo 4 ore (nella versione softcore) e diviso in due capitoli (la prima presentata al festival di Berlino in versione integrale già uscita in Francia), ripercorre la vita della ninfomane Joe, prima ragazza avventuriera e spregiudicata (interpretata dalla talentuosa Stacy Martin) e poi donna tormentata ed intimamente segnata da un profondo trauma esistenziale il cui volto malinconico è quello della bravissima Charlotte Gainsbourg.
Il sesso è un istinto vitale come la sete e la fame, ma lo è anche l’amore e questo, il danese Lars, lo pone esemplarmente di fronte ai nostri occhi. La sfrenata campagna pubblicitaria creata ad hoc per questo film, ribattezzato porno d’autore, fatta di piccoli appetizers (anteprime fotografiche, clip del film, indiscrezioni a luci rosse), sono serviti a suscitare quella tipica curiosità morbosa di un pubblico attratto dagli eccessi, ma poi subito pronto a demonizzarli. Dunque ci si aspettava quanto di più scabroso si potesse immaginare ed invece il regista maledetto ci parla dei sentimenti interiori e travagliati di una donna alle prese con la sua ossessione, se non vera e propria malattia, di cui inizialmente si sente orgogliosamente fiera, ma che alla fine sembra possederla e tormentarla alla stregua di un legame con il demonio.
Due anni dopo essere stato espulso dal Festival di Cannes per aver ammesso di essere un nazista (dichiarazione in seguito smentita e ridotta a mero sberleffo per i giornalisti), Lars Von Trier ci dona un’opera di pura estasi, miscela perfetta tra senso filosofico della vita e affezione ai bassi istinti, culto estetico per la simmetria narrativa, fatta di stilemi sempre nuovamente ripresi e ricerca eroica delle trame più torbide. Nel viaggio impuro ed allucinato di una ninfomane martirizzata dalla sua stessa fobia si colgono gli archetipi erotici di un’intera umanità. Joe è affetta da un morbo cronico e quando l’amica le svela che l’ingrediente segreto del sesso è l’amore, come a rivelarle la formula magica per la felicità, scatta in lei il desiderio di ricerca. Riuscirà la donna-Joe a porre fine a questa rovinosa condotta pulsionale? Dalle immagini che anticipano il prossimo capitolo possiamo affermare che il cammino sarà ancora lungo e vorticoso, attendiamo con ansia.
Jenny Rosmini
Nymphomaniac vol. I
Regia: Lars Von Trier. Sceneggiatura: Lars Von Trier. Fotografia: Manuel Alberto Claro. Montaggio: Molly Marlene Stensgaard. Interpreti: Charlotte Gainsbourg, Stacy Martin, Stellan Skarsgard, Christian Slater, Uma Thurman, Shia LaBeouf. Origine: Danimarca, Germania, Regno Unito, Belgio. Durata: 118′.