Bangkok. Julian è proprietario di un club di Muay Thai. Il fratello Billu uccide una minorenne e a sua volta viene ucciso. La madre dei due, trafficante internazionale di droga, arriva in Thailandia e chiede a Julian di vendicarlo. Sulla loro strada troveranno Chang, un ex agente noto anche come l’angelo della vendetta.
Le donne chiudano gli occhi mentre gli altri si godano lo spettacolo: questo è l’invito fatto dall’angelo della vendetta, interpretato da Vithaya Pansringarm, prima di dare avvio ad un’esecuzione in una delle scene più cruente del film. Prima di qualsiasi riflessione/analisi/
bancarelle di Khaosan Road affollata di backpackers. Ogni immagine è il risultato di una composizione accuratissima che ricorda David Lynch, evocato anche da alcuni passaggi della colonna sonora che rimandano e quelle di Angelo Badalamenti.
E’ però un altro l’autore a cui viene dedicato il film nei titoli di chiusura: Alejandro Jodorowsky, lo scrittore, poeta, fumettista, regista e psicomago cileno. E di magia ha parlato esplicitamente il regista danese alla presentazione del film a Cannes: durante le riprese è stato chiesta la consulenza di uno sciamano locale per scacciare uno spirito che tormentava il sonno della figlia del regista. Tutti questi elementi non potevano che generare un film costantemente in bilico tra spiritualità orientale e iperviolenza, dove immagini controllatissime si contrappongono ad una trama essenziale e sbrindellata che scopriamo un pezzo volta, quasi casualmente. Desumiamo che il protagonista, un Ryan Gosling monoespressione, abbia ucciso il padre su mandato materno, intuiamo passati incesti ma forse è solo un delirio della madre che confronta le dimensioni del pene dei figli durante un’assurda cena.
Solo dio perdona è un’opera che può risultare insostenibile e lenta o impressionante e magica, sicuramente oggetto di discussioni, repliche, apprezzamenti e ridicolizzazioni. Il gioco delle citazioni e dei rimandi è ghiotto e potenzialmente infinito. Vi invitiamo ad ascoltare le discussioni altrui fuori dal cinema che confermano quanto Nicolas Wending Refn sia ormai autore di culto: “secondo me assomiglia più a Valhalla rising che a Drive” o “se non hai visto Pusher questo film non puoi capirlo” (cose realmente ascoltate all’uscita). Ma esaurito il gioco dei rimandi cosa rimane alla fine di quest’esperienza visiva? Una cruda, potente e violenta visione del mondo e dell’uomo al limite della misantropia.
Massimo Lazzaroni
Solo Dio perdona
Regia e sceneggiatura: Nicolas Wending Refn. Fotografia: Larry Smith. Montaggio: Matthew Newman. Interpreti: Ryan Gosling, Kristin Scott Thomas, Tom Burke, Vithaya Pansringarm. Origine: Danimarca/Francia, 2013. Durata: 90′.