Guai a definirlo un semplice film sui vampiri, perché sarebbe riduttivo ed erroneo. L’ultimo lavoro di Jim Jarmush è piuttosto un tentativo di raccontare il peso dell’eternità. E poi l’amore. Quello vero, quello che ti strappa al vortice della malinconia e ti riporta alla vita, anche quando la vita ti ha abbandonato da centinaia d’anni e la morte sembra essersi dimenticata di te. Questo è l’amore che unisce Eve (un’affascinante e psichedelica Tilda Swinton) ed Adam (Tom Hiddleston in versione punk-rock). Lui vive da solo, non esce mai dalla sua casa dove compone musica e dove raccoglie strumenti musicali antichi, tranne che per recuperare dai laboratori medici sangue umano. Ad avvolgerlo è un senso di apatia e sconforto, che ha sempre l’effetto di ricondurre a lui la lontana moglie Eve. Abbandonare i viaggi per il mondo e la ricerca del sangue più prelibato, per mettere nel proprio bagaglio solo la conoscenza assoluta dell’umano sapere (simboleggiata dai libri letti in ogni lingua esistente ad una velocità esorbitante). Eve e Adam sono due creature privilegiate, che osservano le strade vuote, pellegrine in un’eternità che ha insegnato loro la pazienza e ad assaporare la vita a piccoli sorsi, anche quando si vorrebbe trangugiarla voracemente come fa Ava, la giovane e capricciosa sorella di Eve (interpretata da Mia Wasikowska). Jarmush crea un raffinato ragionamento sulla natura umana, tra conoscenza e pulsione, mistero ed eternità, avvolti in una malinconia e un perpetuo senso di nostalgia che si fa musica e ricerca di una qualche bellezza perduta. Tunnel of Love ci introduce in questo esclusivo mondo romantico, creato per la macchina da presa e che sa inventare un amore che eterno lo è davvero, al di là delle promesse senza significato, oltre le passioni che sanno durare il tempo di un battito di ciglia, che non può salvarti, ma che ti fa restare vivo e che ti insegna a vivere davvero e a trasformare l’amore in prodotto da incastonare nell’affresco del meraviglioso.
Eppure Jarmush riesce incredibilmente a schivare lo snobismo attraverso l’ironia colta ed un progetto estetico molto chiaro, che è da una parte anello di congiunzione tra i suoi lavori precedenti e superamento maturo di un genere cinematografico che ha valore artistico e filosofico, ma soprattutto, che è un atto d’amore autentico e generoso.
Giulia Colella
Solo gli amanti sopravvivono
Sceneggiatura e regia: Jim Jarmush. Fotografia: Yorick Le Saux. Montaggio: Affonso Goncalves. Interpreti: Tilda Swinton, Tom Hiddleston, Mia Wasikowska, John Hurt. Origine: Usa, 2013. Durata: 123′.