Andrzej Wajda si è spento a Varsavia all’età di 90 anni. Era stato uno dei protagonisti di quella che venne definita la Scuola Polacca, insieme con Roman Polanski e Jerzy Skolimowski. Rivelatosi alle platee internazionali con la trilogia Generazione (1955), I dannati di Varsavia (1957) e Ceneri e diamanti (1958), Wajda arriva negli anni 60 e 70 a liberarsi del realismo per costruire una poetica d’autore dai contenuti più complessi, dove introspezione psicologica e simbolismi contribuiscono a definire un nuovo sguardo ansioso e lucido sul destino del suo paese. Nel 1981 aveva vinto la Palma d’Oro con L’uomo di ferro, film che incrociava l’esperienza di Solidarnosc, dopo averne profetizzato la nascita con L’uomo di marmo (1977).
Regista che coniugava memoria e storia, il suo cinema è entrato nell’immaginario degli spettatori polacchi e si è imposto a livello internazionale per capacità critica di fronte agli eventi che hanno caratterizzato la Polonia dalla seconda guerra mondiale in poi.
Filmstudio 90, nel 2010, era stato partner di omaggio a Wajda, in collaborazione con il Centro Studi Cinematografico, Lab80 e Arci. Il Direttore Responsabile di questa rivista, Giulio Rossini, aveva curato la prefazione di una guida al suo cinema. Del fascicolo, curato tra gli altri da Giancarlo Zappoli, Fiorano Rancati e Andrea Nobile, riportiamo un passaggio tratto proprio dalla prefazione.
Dedicare una rassegna a Andrzej Wajda, il maggiore regista polacco, appare oggi più che mai urgente e opportuno, in un’epoca come l’attuale dove si fatica a conservare la memoria storica e dove anche il cinema cosiddetto d’autore fatica a rapportarsi con una realtà in veloce cambiamento ed è spesso poco incline a fare i conti o rapportarsi con le profonde contraddizioni che segnano il nostro tempo. Il titolo della rassegna, Storia e Memoria, intende sottolineare invece la cifra espressiva di un regista che come pochi ha saputo affrontare questa dialettica, questa capacità di coniugare la creazione di una personale poetica sempre criticamente e spesso dolorosamente rapportata alla lettura dei grandi avvenimenti politici del secolo scorso.
(Giulio Rossini, da Storia e Memoria, il cinema di Andrzej Wajda, 2010)
La Redazione