Quando Nadia e Jonas, due reporter di un canale televisivo tedesco, sono saliti a bordo della Sea-Watch 3 probabilmente non potevano immaginare che la missione che avrebbero documentato con le loro telecamere sarebbe diventata un caso da prima pagina in Italia e fonte di dibattito in tutta Europa, nel pieno dello scontro tra Matteo Salvini, allora nella veste di ministro degli interni, e dei corrispettivi europei. La rotta mediterranea è diventata rovente nei 14 mesi del governo gialloverde, ma ancora oggi resta un tema caldo della politica del continentale.
I due documentaristi arrivano sul ponte della nave quasi in punta di piedi. La camera è mobile, dinamica, ma non avrebbe potuto essere diversamente negli angusti spazi della Sea-Watch. L’osservazione è trasparente, i registi sono costantemente presenti ma è come se a bordo non fossero che ectoplasmi. Il film si sviluppa in tre momenti distinti. Nella prima parte l’equipaggio fa conoscenza e vengono distribuite le mansioni a ciascuno, i ritmi bordo sono più blandi e il mare è un immensa linea blu che si estende fino all’orizzonte. Dopo una ricognizione viene captato un segnale di richiesta di soccorso. Un mezzo aereo raggiunge un gommone in avaria e la nave, ancora in acque internazionali, si lancia all’aiuto dei naufraghi. Il terzo atto è quello che conosciamo attraverso i servizi dei telegiornali, le invettive dell’ex ministro attraverso i social network, ma questa volta possiamo capire cosa significhi vivere un momento di crisi così drammatico, sulla pelle dei salvati e dei salvatori. Nadia Kailouli e Jonas Shreijag ci permettono di conoscere le storie drammatiche di alcuni dei migranti, sopravvissuti ad anni di torture e stupri in Libia, ma anche dei volti e delle storie dei ragazzi che si occupano della manutenzione della nave, della salute di naufraghi ed equipaggio, ma soprattutto del giovane capitano Carola Rakete.
Il documentario è un immersione diretta in un mondo di cui tanto si sente parlare, quanto non si conosce nella sua complessità. I registi hanno dovuto spegnere la camera solo quando la Guardia di Finanza italiana è salita a bordo per consegnare una comunicazione alla capitana firmata da Matteo Salvini stesso. La scelta di forzare il blocco italiano e permettere lo sbarco è stata ponderata dal capitano in virtù del diritto del codice di navigazione. La banchina dove la Sea-Watch 3 è attraccata era gremita di persone che hanno applaudito il coraggio e la determinazione dell’equipaggio, ma anche di persone che urlavano inferocite invocando l’intervento militare contro quella che reputano un’invasione. Il pregio del documentario di Kailouli e Shreijag è quello di non dare un giudizio personale, ma solo di osservare e ascoltare quello che è successo in settimane infuocate, offrendo un documento che non lascia indifferenti, a patto che la propria mente sia abbastanza aperta.
Carlo Prevosti
Sea-Watch 3
Regia: Nadia Kailouli, Jonas Shreijag. Origine: Germania, 2019. Durata: 112′.