«Quante volte viene toccato lo schermo di un cellulare ogni giorno? 2600. Sapete quante di queste sono necessarie alla nostra vita? 14». Sono queste le parole con cui si apre Sconnessi di Christian Marazziti e che verranno riprese anche nel finale per ribadire, se non si fosse capito, che viviamo in una società malata di “nomofobia” (termine che indica una dipendenza dall’utilizzo del telefono cellulare, a cui si collega uno stato di ansia quando questa possibilità di utilizzo ci viene impedita per un motivo qualsiasi). A pronunciarle la prima e la seconda volta è Ettore (la prima con sguardo in macchina, nel modo di un’introduzione didascalica pronta per l’uso e consumo dello spettatore), scrittore avverso al ruolo egemonico che il web e gli gli apparecchi tecnologici a esso collegati hanno ormai assunto nella nostra società. A unire questi due momenti, posti agli antipodi del racconto quasi si volesse chiudere il cerchio di un sentiero narrativo che si presume, se non perfetto, quantomeno compiuto ed efficace, c’è in realtà molta poca sostanza.
La sinossi è molto semplice: oltre a essere uno scrittore Ettore (Fabrizio Bentivoglio) è anche un padre di famiglia con due figli (Claudio, giocatore di poker on line interpretato da Eugenio Franceschini, e l’adolescente Giulio, interpretato da Lorenzo Zurzolo) e una seconda moglie (Margherita, impersonata da Carolina Crescentini) in procinto di avere un bambino. Per cercare di migliorare i rapporti poco idilliaci fra i due giovani e Margherita in occasione del suo compleanno Ettore porta tutti nel suo chalet in montagna. Con loro ci saranno anche Achille (Ricky Memphis), fratellastro di Margherita, e Tea (Giulia Elettra Gorietti), la fidanzata di Claudio. Al loro arrivo troveranno ad attenderli l’efficiente governante russa Olga (Antonia Liskova) e sua figlia Stella (Benedetta Porcaroli). In un secondo momento si unirà alla compagnia anche Palmiro, fratello di Margherita affetto da disturbo bipolare della personalità, appena fuggito dalla casa di cura dove alloggia. Le premesse per passare un bel week end in famiglia però non sono buone: tutti sembrano impegnati a guardare il cellulare o a navigare in internet (c’è chi gioca a poker on line come Claudio, chi partecipa a concorsi social per vincere un selfie con Fedez come Stella e chi partecipa a party virtuali come Giulio). Perfino a tavola i personaggi preferiscono immergersi nel loro mondo virtuale nonostante le proteste di Ettore. Quando però la connessione del WiFi si blocca improvvisamente, e gli ospiti rimangono bloccati nello chalet a causa di alcuni guasti alle loro auto e a una tempesta di neve, ecco che in un istante si diffonde un’ondata di nomofobia collettiva. Da qui il pretesto per una serie di eventi rocamboleschi slegati o legati solo in parte al tema centrale della narrazione, che non sembrano avere altro scopo se non quello di arrivare a coprire un’ora e mezza di film.
Il vortice comico in cui la vicenda è immessa è infatti fine a se stesso e non permette un vero sviluppo dei personaggi e dei loro rapporti, mentre la fragile svolta drammatica che prepara il finale sfocia in rigagnoli di retorica spicciola e banale. L’unica nota positiva, in questa architettura sghemba e traballante, è Stefano Fresi, perfettamente a suo agio nei panni del fratello bipolare di Margherita e in grado di regalarci qualche momento di esilarante divertimento. Ma è ben poca cosa.
Michele Conchedda
Sconnessi
Regia: Christian Marazziti. Sceneggiatura: Christian Marazziti, Michela Andreozzi, Massimiliano Vado. Fotografia: Maurizio Calvesi. Montaggio: Luciana Pandolfelli. Musiche: Stefano Switala. Interpreti: Fabrizio Bentivoglio, Ricky Memphis, Carolina Crescentini, Stefano Fresi, Antonia Liskova, Eugenio Franceschini, Giulia Elettra Gorietti, Lorenzo Zurzolo, Benedetta Porcaroli, Maurizio Mattioli, Daniela Poggi, Nico Di Rienzo. Origine: Italia, 2018. Durata: 90′.