Potremmo sbagliare, ma a Walt Disney sarebbe piaciuto il Disney immaginato da John Lee Hancock e Tom Hanks: creatore di sogni, adulto con l’infanzia nel cuore, convinto che la fantasia possa ristabilire l’ordine nel caos del mondo, al tempo stesso imbonitore e imprenditore, stratega abilissimo, caratterizzato da una punta di cinismo. Lontane le “spigolature” di un carattere non proprio docile – come emerso dai racconti di chi vi lavorò a fianco. Saving Mr. Banks non è però un film sul papà di Topolino, ma è un film su certi papà e certe mamme, a cavallo tra realtà e immaginazione. L’infanzia australiana di Helen Lyndon Goff (scrittrice e genitore di Mary Poppins, col nome di Pamela Travers e il volto di Emma Thompson) e il suo rapporto con il padre, la trasposizione del romanzo in film e la difficile collaborazione tra Pamela e lo staff di Walt, sono storia vera comprensiva di licenze poetiche e, forse, di tanti ricordi edulcorati dalla memoria. La storia della genesi del film Mary Poppins diventa la trasposizione dei ricordi di Helen/Pamela e dei creativi che scrissero per la pellicola le vicende della governante volante. In definitiva l’ultima fase di un corteggiamento che impegnò Disney per vent’anni, fedele alla promessa fatta alle figlie di dare corpo cinematografico all’affascinante Mary.
Convinta dal suo editore a cedere alle insistenti pressioni di Disney (anche per ragioni puramente economiche), Pamela arriva in California convinta di vendere i diritti del romanzo solo se la trasposizione non conterrà scene di animazione. Il braccio di ferro diventa una lotta che si estende alla rappresentazione dei personaggi (aspetto fisico e costumi: i baffetti di Mr. Banks su tutti), degli oggetti, degli ambienti, fino ai motivi musicali, da cui dipendono il tono e il senso della storia. Poiché dietro ogni racconto si nasconde il suo autore, le richieste di Pamela non sono semplicemente lagnosi capricci. Walt lo capisce immediatamente e cerca, quasi fosse un analista, di comprenderne l’origine. Da genitore che ricorda la propria difficile infanzia e il rapporto altrettanto difficile con il padre, riparte da Mr. Banks e i suoi bambini (due nel film, quattro nel libro), intuendo che sono un paravento dietro il quale si nasconde la piccola Helen, che giace nel corpo dell’alter-ego Pamela. Donna chiusa e testarda, non sposata e senza figli, ha però messo al mondo Mary Poppins per “transitare” verso la sua famiglia perduta nei ricordi dolorosi di una catastrofe: la calda e assolata Australia fu casa di campagna, dove si trasferirono lei, la sorellina e un fratellino ancora in fasce, con la mamma, fragile caratterialmente, e il padre Travers Goff (Colin Farrell), un sognatore, inventore di storie fantastiche, innamorato della principessa Helen, ma frustrato dalla professione di banchiere e dal dover manipolare costantemente il vil denaro.
Senza inventarsi soluzioni ardite, Hancock procede linearmente su due piani temporali, intervallando con i flash-back di Pamela il processo creativo nel comodo studio di scrittura, splendidamente ricostruito con le bozze disegnate appese alle bacheche, il pianoforte per le improvvisazioni musicali, ovviamente le macchine da scrivere. La memoria affonda nel passato e interviene sul presente per svelare allo spettatore i passaggi salienti del rapporto padre/figlia, della dipendenza dall’alcol di Travers, il tentativo di suicidio della madre, l’arrivo della zia “che-mette-a-posto-tutto” (in pratica Mary Poppins), ma che non poté evitare la morte prematura del papà. I flash-back dialogano ovviamente con il presente, giustificando le posizioni di Pamela o preannunciandone altre, definendo inoltre i caratteri dei personaggi del romanzo.
Il percorso che porterà alla firma di Pamela, passerà dalla lenta rielaborazione di quelle tristi vicende, aiutata dal “mago” Disney, capace di alleggerire le inquietudini di grandi e piccini trasformando gli incubi peggiori in sogni: l’animazione che entra nel live-action, nel mondo in carne e ossa, come può esserlo solo al cinema ovviamente, non è forse il segreto di Mary Poppins, la pillola amarognola che va giù con un poco di zucchero? Disney-style, sempre e soltanto Supercalifragilistic-espiralidoso!
Vera Mandusich
Saving Mr. Banks
Regia: John Lee Hancock. Sceneggiatura: Kelly Marcel. Fotografia: John Schwartzman. Montaggio: Mark Livolsi. Interpreti: Tom Hanks, Emma Thompson, Colin Farrell, Paul Giamatti, Jason Schwartzman, Rachel Griffiths. Origine: Usa, 2013. Durata: 125′.