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Roma 2013: La luna su Torino

Proposta cinematograficamente molto interessante Quod Erat Demonstrandum di Andrei Grusziniczki. Un matematicoquod erat rumeno tenta di pubblicare le sue teorie durante il regime di Ceausescu. Nei suoi scritti non c’è nulla di pericoloso o politico, ma nel 1984 in Romania qualunque idea portatrice di una brezza di libertà viene vista con sospetto, soprattutto se chi la propone è riuscito a pubblicare misteriosamente negli Stati Uniti prima che in patria. Indubbiamente questo film risente del paragone con Le vite degli altri, la tematica è sempre quella dello spionaggio in tempi dittatoriali, ma non bisogna sottovalutare la precisione di questo prodotto rumeno. Girato in bianco e nero  con uno stile molto delicato e personale, questo film si rende apprezzabile per le sue caratteristiche: una struttura molto precisa ed uno sguardo profondamente attento a cogliere l’emotività dei personaggi attraverso le immagini. È un prodotto di stampo rievocativo e documentaristico, piuttosto che attento alla narrazione. Ciò che sembra interessare al regista è raccontare di migliaia di vite, che probabilmente in quel periodo si trovavano ad affrontare gli stessi drammi dei protagonisti. L’arma forte è la capacità di rievocare un tempo, forse non completamente passato, che richiede una rappresentazione che ne alimenti la memoria.

Nel panorama delle proposte italiane spicca La luna su Torino di Davide Ferrario. Il regista di Dopo mezzanotte ritorna a celebrare Torino, partendo dallo spunto geografico del passaggio del 45° parallelo, un punto in cui ci si trova la luna su torinoesattamente a metà emisfero e dal quale sembra possibile raggiungere qualunque meta. I protagonisti della storia sono tre coinquilini, di età e ceti sociali diversi, che condividono lo stato di incertezza verso il futuro e la voglia di scoprire tutte le occasioni che la vita  può dare. Si sceglie di riflettere armonizzando elementi poetici e visivi che nel complesso sono gestiti in maniera da rendere l’opera molto piacevole. Certo, si nota qualche piccolo eccesso nel tentativo di fare poesia attraverso i dialoghi, ma la sceneggiatura è scritta in modo da smorzare i toni dando al film un piacevole retrogusto comico e fantastico. I personaggi sono mine impazzite senza regole e particolarmente interessante risulta Ugo, quarantenne e proprietario dell’abitazione dei protagonisti, che vive alla giornata seguendo i suoi desideri con molta leggerezza ed assoluta curiosità. Sostentato economicamente da una cospicua eredità (proprio come il protagonista di About a boy) ci mostra come sarebbe bello se tutti potessero vivere di emozioni semplici e importanti. Poi c’è la bella Maria, che sogna di essere una diva del muto, ma che lavora in un’agenzia di viaggi aspettando che il destino bussi alla porta. Infine c’è il giovane Dario, studente sfaccendato e bravissimo nello scrivere storie. Queste tre figure sono sospese in un limbo comune, che è parte di un tempo che sta per finire. Da quel momento in poi tutte le strade saranno possibili partendo dal 45° parallelo, naturalmente.

da Roma, Giulia Colella

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