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Predestination

Sarah-Snook-nel-film-Predestination_oggetto_editoriale_900x600Siamo attorno agli anni ’80, il viaggio nel tempo è già realtà, ma il mondo ne è ancora ignaro; l’innovativa scoperta è vincolata alla sicurezza nazionale e il suo utilizzo è permesso a una sola agenzia governativa, un’agenzia il cui compito consiste nel monitorare gli attentati di maggiore portata così che sia possibile tornare indietro negli anni e prevenirli prima che accadano. Seguendo il suddetto modus operandi un agente temporale dell’agenzia – nonché protagonista del film – sta braccando da tempo e in diverse epoche un terrorista conosciuto col nome di Fizzle Bomber, sfortunatamente senza successo.

In un intreccio che perde chiarezza insieme al suo sviluppo, la vita del tutto singolare dell’agente temporale (Ethan Hawke) – nato donna e diventato uomo in seguito ad un’operazione che gli ha salvato la vita – viene presentata in epoche diverse attraverso tre fasi: l’infanzia e l’adolescenza di  Jane (Sarah Snook), donna di talento rovinata da una relazione amorosa deludente; la vita adulta di John, la nuova identità di Jane a seguito 2013_05_07_Predestination_0038dell’operazione; e, per concludere, la vecchiaia, la fase che si rivelerà essere la chiave di volta dell’intero svolgimento narrativo su cui si appoggia l’idea alla base della pellicola stessa.
Ora, partiamo dal fatto che raccontare tre sezioni di una stessa vita in tre diversi contesti temporali crea un numero di realtà che può moltiplicarsi esponenzialmente, il ché chiaramente rappresenta un problema non indifferente; aggiungiamo al tutto la necessità di dover seguire meticolosamente una trama di per sé intricata e pensiamo alla confusione data dalle variabili del continuum spazio-temporale, vale a dire come l’io giovane ha influenzato l’io adulto e come questo abbia influenzato l’io vecchio e viceversa.
Commettere un errore, in un caso come questo, è molto semplice se non si presta la giusta attenzione ai dettagli. Affinché il prodotto finale non abbia falle, è necessario che l’idea funzioni bene e che lo svolgimento degli eventi sia chiaro e scorrevole nella rappresentazione; anteporre l’estetica all’idea madre del progetto porta solo a errori di 2013_05_07 Predestination_0407.tiftrascuratezza che inevitabilmente finiscono col rovinare l’elaborato finale, evenienza che di fatti si è concretizzata in Predestination.
L’idea del film è ottima, originale e intrigante, ma l’organizzazione dei concetti non è all’altezza della rappresentazione degli stessi; le leggi della logica e del continuum spazio-temporale non sono rispettate e le lacune narrative sono camuffate con improvvisi vuoti di memoria o per mezzo di concetti del tutto errati. Raccontare una storia nel campo del fantastico è possibile, ma a patto che lo svolgimento fornisca le informazioni necessarie alla comprensione della realtà presentata nel film!
Looper, ad esempio – thriller fantascientifico del 2012 e dal quale Predestination ricalca molto e forse troppo – spiega chiaramente i processi e le fasi del suo sviluppo narrativo; il film in oggetto, invece, ci impone di credere a quanto vediamo, sebbene poco abbia davvero senso, unicamente nel rispetto del meccanismo definito sospensione dell’incredulità, basilare nel racconto cinematografico. In Looper abbiamo un filone principale dal quale si diramano flashbacks e flashforwards; in Predestination, invece, abbiamo solo filoni principali, il che rischia di portare lo spettatore a confondere gli uni con gli altri. Il thriller del 2012 targato Rian Johnson conduce, mentre il film in oggetto – ultimo prodotto dei fratelli Spierig – confonde.

Mattia Serrago

Predestination

Regia: Michael and Peter Spierig. Soggetto: Robert A. Heinlein. Sceneggiatura: Michael and Peter Spierig. Fotografia: Ben Nott. Montaggio: Matt Villa. Musiche: Peter Spierig. Interpreti: Ethan Hawke, Sarah Snook, Noah Taylor, Christopher Kirby, Freya Stafford, Jim Knobeloch. Origine: Australia, 2014. Durata: 97′.

 

 

 

 

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