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Povere Creature! la nostra recensione

“She’s like nothing you’ve ever seen” recita la campagna di marketing che nei paesi anglosassoni accompagna l’uscita di Povere Creature! (Poor things in lingua originale). Il riferimento è naturalmente alla protagonista del film, Bella Baxter interpretata da Emma Stone, ma il sottinteso è che il film stesso sia qualcosa che non abbiamo mai visto; l’affermazione è contemporaneamente vera e falsa: la struttura e la superficie di Povere Creature! possono sembrare già viste – e forse lo sono – ma come il suo regista crea un perfetto mix di generi, tematiche e scelte di sguardo lo rende, di fatto, davvero un oggetto fresco e pieno di idee.

Dietro la macchina da presa c’è Yorgos Lanthimos, l’uomo che dalla Grecia è arrivato a Hollywood grazie a una serie di film che di hollywoodiano non hanno molto. Ma sappiamo che l’industria USA ha sempre attirato a sé i migliori creativi europei (più raramente quelli asiatici) e quelli più bravi sono riusciti a mantenere coerente il proprio sguardo autoriale: adattarsi non significa vendersi, basta chiedere ai vari Fritz Lang, Alfred Hitchcock o Roman Polanski (per dirne giusto alcuni) che negli USA hanno realizzato alcuni dei capolavori più importanti delle loro filmografie. Chi conosce Lanthimos sa che non tutti i suoi film sono riusciti al 100% – pensiamo all’incompiuto The Lobster – ma ciò che rimane immutata è la sua impronta stilistica. Ed ecco che Povere Creature! sembra essere la summa del suo cinema: disturbante (aggettivo abusato, lo sappiamo, ma calzante), grottesco, satirico, ritmato e provocatorio. Il film è un’affascinante e strana creatura, non banale e diretta con grande mano da parte di un regista ormai maturo; una fotografia ben riuscita dei temi che ossessionano la nostra contemporaneità. E la pellicola fa proprie le contraddizioni che contraddistinguono noi esseri umani occidentali di questo tempo: simultaneamente elegante e volgare, popolare e ruvido, ipnotizzante e straniante.

L’idea narrativa è quella della donna che torna in vita, frutto dell’esperimento di un folle e illuminato medico (Willem Dafoe, una garanzia in questi ruoli). Il primo riferimento che viene in mente guardando il film è naturalmente il mito di Frankenstein: i temi dell’uomo che gioca a fare Dio – qui addirittura il personaggio di Dafoe viene chiamato God – la presa di coscienza della creatura, i limiti della scienza e tutte quelle riflessioni che il capolavoro di Mary Shelley (e di James Whale, suo il film del 1931) è in grado di scuotere in ognuno di noi. Lanthimos però riesce ad andare oltre, qui la sua creatura è amata da chi le sta intorno ed è sempre più consapevole del proprio essere. Il percorso della nostra Bella è quello dell’autodeterminazione e della disperata ricerca di un posto nel mondo. Bella diventa la creatura di se stessa attraverso una storia non convenzionale: inizialmente bambina, poi adolescente alla ricerca di vita e infine adulta consapevole e amareggiata da quello che ha visto. Con il suo fare incerto e innocente, la protagonista mette lo spettatore davanti a tutte le brutture del mondo: grazie al suo candido cinismo, Bella abbatte le certezze di ogni personaggio maschile sullo schermo. La sottolineatura del termine maschile è fondamentale. Proprio come in La Favoritaancora una volta il regista mette in scena dei personaggi capaci di scardinare tutte le certezze maschili; dal maschio che si crede superiore per la propria intelligenza (Ramy Youssef) a quello che fa del sesso l’unica cosa che ha da dare (Mark Ruffalo, qui straordinario), Bella Baxter non fa sconti e ridicolizza ogni forma di mascolinità tossica e lo fa con ciò che più di tutto rende insicuri gli uomini: il sesso. Difatti, soprattutto nella prima parte, le scene sessualmente esplicite sono tante (il film è vietato ai minori di 14 anni) eppure non danno mai l’idea né di trasgressione forzata né di voyeurismo registico. Le scene in questione sono del tutto coerenti con lo sviluppo del film e anche gli orgasmi della protagonista fanno parte della sua maturazione: Povere creature! vuole scuotere e allontanarsi da facili cliché. Proprio come la sua protagonista.

Lanthimos gira il suo film più ambizioso, in uno strano ibrido tra film in costume e fantascienza. Crea un’opera dall’estetica unica e le povere creature sono fondamentalmente tutti i personaggi in scena: freak disperati e incompleti. La prova di Emma Stone è destinata a diventare culto (così come tutto il film) e ai premi Oscar se la dovrà vedere con Lily Gladstone (Killers of the Flower Moon): due interpretazioni quasi agli opposti eppure entrambe straordinarie. Forse Povere Creature! non è davvero qualcosa che non abbiamo mai visto, ma è destinato a essere discusso, criticato, amato e difficilmente dimenticato. La creatura di Frankenstein creava scompiglio nella società, quella di Lanthimos non può che fare altrettanto.

Andrea Porta

Povere Creature!

Regia: Yorgos Lanthimos. Sceneggiatura: Tony McNamara. Fotografia: Robbie Ryan. Montaggio: Yorgos Mavropsaridis. Interpreti: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Christopher Abbott. Origine: USA, 2023. Durata: 141′.

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