Nell’aprile 2023 il giovane trentino Andrea Papi fu ucciso dall’orsa JJ4 mentre correva nei boschi del suo paese, Caldes, in Val di Sole. La notizia fece molto scalpore, riportò la paura per i plantigradi e suscitò molte proteste da parti contrapposte, sia di quanti chiedevano giustizia per il corridore sia per chi si opponeva alla cattura dell’orsa. Il ritorno dei grandi predatori, in particolare lupo e orso, sulle Alpi e nel nord Italia, ha provocato molti dibattiti, anche molto superficiali o ideologici, negli ultimi anni e ha portato alla realizzazione di parecchi film, soprattutto documentari.
Ora arriva in sala, come evento speciale proposto da Wanted Cinema, Pericolosamente vicini di Andreas Pichler (conosciuto per il documentario d’inchiesta The Milk System del 2017) che cerca di riassumere l’intera questione del rapporto tra uomo e animali selvatici, predatori in particolare, partendo dalla constatazione del titolo: si condividono gli stessi spazi, ci contendiamo le stesse risorse e a volte il conflitto può capitare. Anche perché gli animali fanno gli animali, seguono i loro istinti e i loro bisogni e non comprendono i limiti e le regole dell’uomo: entrambi si adattano alle situazioni (l’incremento di popolazioni è dovuto alle cambiate condizioni soprattutto delle “terre alte”, con l’abbandono, la disponibilità di cibo e così via), ma in modi diversi. Tocca all’uomo agire per evitare danni rispettando la natura. Tra quesiti e implicazioni, si introduce Pichler con l’intento lodevole di fare un racconto corale e rendere i tanti punti di vista, spesso contrastanti tra loro.
L’inizio ha un’impostazione un po’ televisiva e aggressiva, con la morte di Papi e le tese giornate successive, la rabbia e la paura dei paesani, gli striscioni “Giustizia per Andrea”, le reazioni dei genitori. Si passa poi a ricostruire la reintroduzione degli orsi in Trentino a inizio anni 2000, quando l’antica popolazione locale era ridotta a pochissimi capi e destinata a estinguersi. Il progetto di liberazione di alcuni esemplari portati dalla Slovenia ebbe successo, un successo imprevisto, e l’area del parco Adamello Brenta cominciò a ripopolarsi. Si arriva al caso dell’orsa Daniza che nel 2014 aggredì un cercatore di funghi e fu uccisa durante la cattura, dando inizio alle proteste degli animalisti e della Lav.
Pichler ha fatto un film un po’ all’americana, corale, con tante interviste, con il merito di dare voce a tutti, mettendoli quasi sullo stesso piano, senza prendere apertamente posizione e realizzando un bel punto di partenza per confronti. La materia, purtroppo, sembra fatta apposta per gli scontri, tra opposti estremisti, arroccati su posizioni inconciliabili che non danno possibilità di dialogare. Una variazione dell’eterno conflitto tra campagna e città: da una parte paesani e allevatori, abituati a vivere boschi, pascoli e terre senza i predatori e non disposti a subire i danni provocati da orsi e lupi; dall’altra ambientalisti di città con una visione distorta della natura e abituati al fatto che alle cose concrete ci pensino gli altri. Nel mezzo ci sono i tecnici e le guardie della Provincia autonoma di Trento che devono gestire la situazione, presi in mezzo tra i due estremi, sotto pressione, cercando di applicare le norme e di agire nel bene di tutti. Le dinamiche nei comportamenti delle persone di fronte all’orso sono simili, sempre un po’ esagitati, da una parte e dall’altra, ed è difficile poter trovare e mantenere una posizione intermedia e ragionevole, che tenga conto delle diverse esigenze. In più c’è la non sufficiente informazione, che non ha dato strumenti di comportamento adeguato, e l’interesse della politica, segnatamente della Lega del presidente regionale Fugatti (nel film c’è anche un suo comizio in un paese) che ha soffiato sul fuoco delle tensioni prima di essere eletto e, in carica, con un giustizialismo assurdo e una rigidità che alimenta solo problemi.
Pichler ha un approccio un po’ sensazionalistico, sottolinea molto le cose, con un’impostazione da true crime, di gran moda a livello serialità. Però Pericolosamente vicini è abbastanza completo ed equilibrato, anche se il timore è che che alla fine lasci più paura che altro e poca fiducia nei comportamenti delle persone, soprattutto dei due fronti opposti. Nel documentario c’è un gran lavoro, oltre che di interviste, di raccolta di materiali televisivi d’archivio (qualcosa molto noto, altro meno), e ci sono anche le immagini degli orsi in libertà realizzate da Oreste Forno, documentarista valtellinese autore nel 2023 di Orso chi sei? Il ritorno dell’orso sulle Alpi, conoscerlo per non temerlo.
Nicola Falcinella
Pericolosamente vicini
Regia: Andreas Pichler. Sceneggiatura: Andreas Pichler, Georg Tschurtschenthaler. Fotografia: Daniel Mazza. Montaggio: Yohannes Hiroshi Nakajima, Beatriz Nogareda, Beatrice Segolini. Musiche: Henning Fuchs. Origine: Germania/Italia, 2024. Durata: 95′.