Lo yoga e l’Autan non sono in contraddizione? La luce del frigorifero si spegne veramente quando lo chiudiamo? Perché il primo taxi della fila non è mai davvero il primo? Perché il martello frangi vetro è chiuso spesso dentro una bacheca di vetro? Quando mi dicono: ti potevi vestire meglio. E io mi ero già vestito meglio. E la frase “ti penso sempre, ma non tutti i giorni” sembra bella, è davvero bella? A queste, e ad altre questioni fondamentali, cerca di dare una risposta Paolo, un Pif balordo e stralunato, a cui rimane poco tempo per fare i conti con la propria vita.
Il film è tratto da Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità, i due famosi libri di Francesco Piccolo, scritti con uno stile autobiografico, leggero e ironico, che ha sempre proposto al lettore spunti di riflessione all’interno dei dettagli della vita di tutti i giorni. La sceneggiatura del film è dello stesso Piccolo in collaborazione con il regista Daniele Luchetti (autore di La scuola, Il portabore e Mio fratello è figlio unico). C’è da dire che Piccolo è ormai da anni uno degli sceneggiatori più attivi e premiati in Italia, ha lavorato con Virzì, Nanni Moretti, Silvio Soldini e molti altri. Luchetti prova a mettere in scena le paradossali storie di Piccolo, spesso brevi paragrafi fulminanti, in cui però c’è sempre il momento in cui diciamo: ma questo sono io! Sceglie perciò un attore come Pif che incoraggia il nostro sguardo a stare dalla sua parte nonostante sia un uomo pieno di tic, di meschine debolezze, di piccole cattiverie inconfessabili. Dal materiale del libro rimangono molti spunti a cui regista e sceneggiatore hanno aggiunto molto altro all’interno di una cornice ispirata a grandi film del passato, da Il cielo può attendere di Lubitsch a La vita è meravigliosa di Frank Capra, passando anche per Ritorno al futuro di Zemeckis.
“Mentre morivo pensavo che avrei fatto i conti con le cose più importanti della mia vita. E invece…” ragiona Paolo/Pif appena investito da un furgone. Infatti il nostro protagonista muore nei primi minuti del film e si trova subito a barattare la possibilità di passare un’altra ora e mezza sulla Terra, in modo da dire addio a moglie e figli, e sperando allo stesso tempo di guadagnarsi la possibilità di rimanere vivo. Perciò tanta con tragicomiche difficoltà a riscoprire la bontà del vivere e gli affetti dei suoi familiari. Il film è ambientato a Palermo e attorno a Pif si muovono la moglie, la splendida cantante e attrice Thony che esordì con Virzì in Tutti i santi giorni, i suoi figli piccoli e un impiegato del paradiso, un zelante e surreale Renato Carpentieri. Ne esce un film curioso e ironico, scanzonato e nostalgico, un po’ come i libri di Piccolo che sono letture da mezza giornata, anche questo film probabilmente rimarrà nella nostra memoria non per molto tempo. Presi singolarmente questi momenti di trascurabile felicità sono in grado di far ridere e far riflettere con malinconia e allegria, ma all’interno del contesto del film invece finiscono per generare un ritmo fin troppo altalenante.
Luchetti non rischia come nei suoi primi film (in verità è da un po’ di anni che non rischia) e nonostante avesse in mano del materiale interessante sceglie una strada abbastanza facile: ad esempio il personaggio di Pif, inquieto e spiazzante, avrebbe forse meritato uno sviluppo maggiore, mentre rimane sempre nel suo mondo stralunato. Momenti di trascurabile felicità è perciò un esperimento riuscito a metà, alcuni frammenti fanno ridere ma il senso del film e la linea narrativa è fin troppo semplice per un autore così affermato ed esperto come Luchetti.
Claudio Casazza
Momenti di trascurabile felicità
Regia: Daniele Luchetti. Sceneggiatura: Daniele Luchetti, Francesco Piccolo. Fotografia: Tommaso Fiorilli. Montaggio: Claudio Di Mauro. Interpreti: Pif, Thony, Renato Carpentieri, Angelica Alleruzzo, Francesco Giammanco, Vincenzo Ferrera. Origine: Italia, 2019. Durata: 93′.