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Maps to the Stars

maps locaSiamo a Hollywood, o forse non lo siamo. Ci sono le ville, trasformate nel mausoleo vivente di irraggiungibili divi, gli attori che non ce l’hanno fatta, quelli che invece ce la faranno e quelli in attesa di una chiamata che magari cambierà le loro prospettive professionali. C’è una grande scritta luccicante che accoglie i visitatori in arrivo, la Walk of Fame, i baci e gli abbracci, i sorrisi, le promesse e le raccomandazioni. E soprattutto la nevrosi, una follia palpitante così profonda, cannibalica e iperfagica che si estende nelle anime di questi personaggi come un buco nero alimentato pericolosamente dall’ultimo milione guadagnato, da un contratto firmato per necessità, da una particina ottenuta con la pervicacia della disperazione. In realtà Hollywood è un pretesto, perché Hollywood siamo noi, il mondo che ci circonda è il nostro palcoscenico e le maschere che non ci scegliamo ce le scelgono gli altri.MTTS_01880.NEF

È così per Havana Segrand (Julianne Moore), attrice disposta a gioire di un terribile lutto familiare pur di soffiare il ruolo a una rivale, ed emanciparsi dagli abusi materni interpretando il remake di un vecchio film di cui la stessa madre era la protagonista. È così per i coniugi Weiss (Olivia Williams e John Cusack), l’una agente del figlioletto prodigio Benjie (Evan Bird), un tredicenne narciso e maleducato star di film per bambini, l’altro sedicente psicologo e fisioterapista con un largo seguito di accoliti televisivi. Ognuno di loro ha una tragedia personale da nascondere, ognuno di loro vive nell’illusione di poter controllare i fantasmi della propria psiche. Sono tutti ricchi, impasticcati di droga e psicofarmaci, consolati dall’analista e subito gettati nella spietata competizione del successo. Un giorno riappare dal nulla la giovane Agatha (Mia Wasikowska), figlia dei Weiss, un’aspirante attrice ustionata che ha passato gli ultimi anni in manicomio e che grazie all’amicizia con Carrie Fisher (nella parte di se stessa) finisce per diventare la segretaria di Havana Segrand. Scatenando naturalmente le gelosie dell’autista che aveva osata rifiutarla perché psicolabile (Robert Pattinson).

maps 2È una grande tragedia greca, quella inscenata da David Cronenberg, in cui le colpe dei padri ricadono sui figli, e i figli, costretti dalle circostanze, obbligati dai condizionamenti, spinti dalle deviazioni mentali, sono destinati a rivivere la catàbasi spirituale degli stessi genitori. Un grande serpente uroborico che si mangia la coda, e a cui non c’è verso di fuggire se non compiendo dei cerimoniali espiatori, come giocare con il fuoco per punire le altre madri dei crimini commessi dalla propria, o replicare il tabù violato pur di potersi fatalmente annullare in una sorta di purificazione morale. La vita diventa cinema, il cinema si riflette nella vita, la psicopatologia si confonde con la psicoterapia in una concezione dell’esistenza in cui la follia è tutto ciò che ci è concesso per preservare la salute mentale. Tra i fantasmi dell’allucinazione (tra loro Sarah Gadon, interprete di Cosmopolis e Antiviral di Brandon Cronenberg, figlio del regista), le serate trascorse in compagnia dei pettegolezzi, le compresse di felicità, la roulette russa i cui proiettili impazziti finiscono per ammazzare un povero cane, ecco che emerge l’anelito al poetico di un Paul Éluard: “Su ogni carne consentita, sulla fronte dei miei amici, su ogni mano che si tende, io scrivo il tuo nome: libertà”.maps 4

È con questo componimento, evocato, sussurrato, gridato a più riprese come un mantra apotropaico, che si apre e chiude Maps to the Stars. Ma non vi preoccupate, è soltanto qualche attimo sporadico, presto inghiottito dalla cristallina crudeltà della sceneggiatura di Bruce Wagner. Nei sontuosi salotti di Hollywood d’altronde si vende di tutto, la dignità, l’anima e anche la propria merda, purché sia merda d’autore. Anzi, d’attore. La diarrea è quella che va per la maggiore. “Liquidazione estiva, via con i saldi”. Stupefacente, vero? Stiamo pur sempre parlando di un film di David Cronenberg.

Marco Marchetti

Maps to the Stars

Regia: David Cronenberg. Sceneggiatura: Bruce Wagner. Fotografia: Peter Suschitzky. Montaggio: Ronald Sanders. Musica: Howard Shore. Interpreti: Julianne Moore, John Cusack, Robert Pattinson, Mia Wasikowska, Evan Bird. Origine: USA, Canada. Anno: 2014. Durata: 111′.

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