Premiato come miglior film al Bergamo Film Meeting del 2017, esce purtroppo in sordina questa bella agrodolce commedia ambientata a Skopje, in Macedonia. Racconta le vicende bizzarre del meccanico Vele (Blagoj Veselinov), operaio in un deposito ferroviario e con un padre malato di cancro a carico. In piena crisi economica, Vele lavora a credito da mesi e questo non gli permette di acquistare i farmaci necessari a contenere l’aggressività del tumore. Per questo motivo, quando trova casualmente un grossa quantità di droga nascosta da un cartello locale in un vagone di un treno, Vele non esita a rubarlo con l’intenzione di ricavarci del denaro. Mentre i trafficanti premono sul suo datore di lavoro affinché venga restituito il prezioso pacco, il giovane utilizza la marijuana per cucinare una torta secondo una ricetta sperimentale. Inaspettatamente gli effetti positivi sulla salute del padre non tardano a manifestarsi. La voce gira e fuori dall’appartamento di Vale una folla numerosa di persone inizia ad accalcarsi implorando di ricevere cure miracolose. La situazione precipita quando il cerchio intorno a Vale si stringe fino a minacciare lo stesso padre.
Non è la prima volta che il cinema sfrutta il potenziale comico della marijuana, da Strafumati a L’erba di Grace e Paulette, soprattutto, ed è il caso degli ultimi due film citati, quando la cannabis finisce tra le mani di anziani più o meno consapevoli. Paulette, anzi, con biscotti a base di cannabis ci tira il mese, rispondendo – da qui una certa attinenza con L’ingrediente segreto – all’indigenza che in tempi di recessione colpisce le fasce più deboli, in Francia come in Macedonia.
Gjorce Stavreski ragiona con umorismo sulla crisi che ha messo in ginocchio il suo paese e attenua il pericolo di incitazione al consumo di marijuana adottando un registro che a tratti si fa grottesco. La narrazione corre senza cedimenti, merito di una sceneggiatura compatta capace di mostrare lo squallore dei quartieri popolari, ma anche la fiera tenuta dei protagonisti. La disperazione avvolge il film ma non se ne impossessa mai: Stavreski dimostra di conoscere i meccanismi della commedia anche quando si fa plumbea e pare convergere verso un finale tragico. Come se non bastasse mescola sapientemente tutta la sua materia narrativa con pizzico di pepe magico o, sarebbe meglio dire, di una sostanza prodigiosa che porta alla luce il bisogno irrazionale di miracoli, di santoni e taumaturghi, che possano ridare speranza a un popolo rassegnato alla miseria.
Vele non è un eroe, ma un giovane disilluso e arrabbiato, non si fa neppure portatore di una protesta sociale, nè tanto meno assume posizioni ideologiche. Unicamente lo preoccupa la sopravvivenza e la dignità del padre, vecchio a un passo dalla rottamazione. Nel film di Stavreski il quotidiano vivere è un dimenarsi dove la coscienza di classe è tramontata definitivamente e il welfare una parola sconosciuta. Ha qualcosa di beffardo ridere di questi figli della crisi in un angolo di Europa che solo il cinema sembra ricordarci essere sulle cartine geografiche.
Vera Mandusich
L’ingrediente segreto
Sceneggiatura e regia: Gjorce Stavreski. Fotografia: Dejan Dimeski. Montaggio: Martin Ivanov. Interpreti: Blagoj Veselinov, Anastas Tanovski, Aksel Mehmet, Aleksandar Mikic, Miroslav Petkovic, Dime Iliev. Origine: Macedonia/Grecia, 2017. Durata: 104′.