Siamo nel 1865 e gli Stati Uniti si trovano spaccati dalla Guerra di Secessione. La storia americana ricorda quell’anno soprattutto per la fine della schiavitù. Lincoln è un film che racconta il travaglio spirituale di un uomo investito di un potere immenso, che si trova a dover quasi imporre un emendamento che sancisca la libertà di tutti i cittadini americani, bianchi e neri. Ancora di più Lincoln è un film che ragiona sulla fermezza morale e sul compromesso, necessario per perseguire un bene più grande.
Infatti la nuova opera di Steven Spielberg spoglia un personaggio storico delle facili etichette buoniste, ed esprime in sè la volontà di indagare tra gli anfratti più oscuri della storia di un uomo e del suo paese. Il personaggio di Abraham Lincoln ci viene mostrato perennemente come un’ingombrante ed imponente sagoma in controluce quando si trova a decidere soluzioni poco “morali” come quella di offrire incarichi pubblici ai parlamentari in garanzia del loro voto favorevole al tredicesimo emendamento, atto appunto a far scomparire per sempre la schiavitù. La forza di questo personaggio sta in un’intensissima statura etica, intellettuale e fisica, ma sempre rinvigorita da una grandissima umanità, manifesta del tono di voce stanco (in italiano doppiato da Pierfrancesco Favino), dalle espressioni concilianti e dal volto solcato da molte rughe, che sembrano rappresentare la pressione della responsabilità sull’animo di un unico uomo.
Il Lincoln di Spielberg è un presidente che ha la spudoratezza di mentire al suo popolo per fare il suo bene, che conosce tutti i risvolti politici ed economici della sua scelta ma che sente sempre il bisogno di venire supportato dalla sua famiglia e dai suoi colleghi, magari con una stretta di mano o con una coperta da avvolgere attorno alla propria persona.
La profondità del film è proprio nella valutazione attenta di cosa comporta ogni singolo passo dell’umanità verso il progresso e come si inserisca questo passo nella quotidianità. Se la schiavitù era vissuta negli Stati del Sud come necessaria per provvedere al fabbisogno agricolo ed economico delle nazioni, per il Nord si trattava semplicemente di far finire una guerra lunga e sanguinosa e Lincoln fece in modo che il tredicesimo emendamento suonasse finalizzato a questo risultato. Nel film quindi, non si esalta la libertà in senso astratto ma si reinserisce questo termine in un processo molto complesso nella gigantesca macchina della storia.
Non è la prima volta che Spielberg si cimenta in un film storico, ma dopo il deludente tentativo fatto l’anno scorso con War Horse, il grande regista costruisce un’opera che sicuramente rimarrà scolpita nell’immaginario degli amanti del genere. L’aiuto fondamentale, viene dalla sceneggiatura di Tony Kuschner, precisa al millimetro, talmente precisa da risultare a tratti difficile da seguire, soprattutto se non si conosce bene la storia americana, ma che nella seconda parte si svela come per magia, offrendo così la possibilità di vedere un film storico che finalmente insegni davvero la Storia.
Ma forse la maggior parte del merito va ad un cast davvero eccezionale, che lascia allibiti per la performance vera e toccante di Daniel – Day Lewis: l’attore raggiunge livelli di bravura straordinari, da pelle d’oca, immedesimandosi in una figura a cui riesce a dare rotondità e chiaroscuri, conferendogli la forza di un vecchio e tenace leone stanco che ha però ancora un compito importantissimo da svolgere e che sembra investito di un valore quasi sovrumano. Con la sua mimica facciale, la sua arcuata postura, i capelli indomabili e la voce conciliante, Daniel – Day Lewis ci dà ancora una volta la prova d’essere uno dei più bravi attori della contemporaneità. Vanno anche menzionati le splendide interpretazioni di Sally Field e Tommy Lee Jones. L a prima mette in scena una moglie forte, ma irrimediabilmente segnata dalla vita, trascinata in un vortice senza uscita di follia e rimpianto. Mentre Tommy Lee Jones costruisce l’unico personaggio che ha nel proprio credo politico l’unico intento di affermare l’uguaglianza tra uomini bianchi e neri.
Steven Spielberg è ancora vivo ed ancora capace di creare opere profonde e coinvolgenti.
Giulia Colella
Lincoln
Regia: Steven Spielberg. Sceneggiatura: Tony Kushner. Fotografia: Janusz Kaminski. Montaggio: Michael Kahn. Musica: John Williams. Interpreti: Daniel – Day Lewis, Sally Field, Tommy Lee Jones. Origine: USA, India, 2013. Durata: 150 min.