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Les Misérables riporta il musical al cinema

Vorrei trovare una ragione per non cominciare la mia riflessione dall’interpretazione di Anne Hathaway. E per quest’intenzione, che ci fa piombare nel bel mezzo della vicenda, è possibile che ci si aspetti un giudizio negativo a riguardo. Anne HathawayMa quando mi trovo di fronte ad un primo piano di Fantine, madre della piccola Cosette, pulito da montaggi decorativi, spoglio di sovrabbondanza scenica, ma così ricco di armonia musicale e semplice sentimento, rimango piacevolmente stupita. Anne Hathaway mi ricorda che senza luce non può esserci l’attore, e che senza attore non può esserci cinema.

Les Miserables è il musical nelle sale italiane che spaventa un po’. Sia per la sua durata – circa due ore e mezza – che per la distribuzione in lingua originale sottotitolata, non proprio amata dallo spettatore italiano del sabato sera. Lo spunto è storico. Tom Hooper, premio Oscar per Il Discorso del Re (2011), recupera dalle biblioteche impolverate il classico di Victor Hugo, grazie al quale il film diventa suo omaggio.

miseI protagonisti del racconto vivono la Grande Storia, il coraggioso fermento del periodo francese di post Restaurazione. E vivono anche la Piccola Storia, quella calpestata da eventi su larga scala, responsabile a sua volta del destino di migliaia di vite. L’atto del furto da parte di Jean Valjean (Hugh Jackman), di un pezzo di pane per i nipoti affamati, risponde ad una lunga detenzione sotto un potere della legge francese – rigidissima per paura di perdere la propria forza. La spietata calunnia per Fantine (Anne Hathaway) diventa motivo di perdita del proprio lavoro in fabbrica. In un secondo momento perderà anche la propria dignità, allontanandosi sempre di più dal riscatto economico e morale. Per Marius Pontmercy (Eddie Redmayne) invece la vita offre un bivio: la lotta a rischio di morte per la rivoluzione con i compagni, o la diserzione in favore di un amore che sfugge. La speranza nei cuori dei personaggi è quella del cambiamento, del riscatto emotivo nei confronti di una realtà di vita durissima. Per il poliziotto Javert (Russel Crowe) sarà anche un precario equilibrio fisico sul ciglio di un ponte, per cui non spenderò una parola in più lasciandovi la curiosità della storia.

Cosette

L’azione fluisce sapientemente attraverso il canto di tutti i personaggi. La regia questa volta è di puro servizio, in favore di una recitazione solida e allo stesso tempo trasparente. Le scenografie sono spoglie, a mio parere compensano la bravura del cast. Anche il montaggio è d’accordo nel lasciare lo spazio ai sentimenti delle espressioni umane. Sono frequentissimi tagli grezzi e fuori dalla classificazione delle grammatiche linguistiche, sia per non essere invisibili né estremamente accentuati e voluti. In favore dell’ambientazione di tipo storico un largo studio delle ambientazioni in grafica, che localizzano gli spazi teatrali “rubati” alla tradizione del musical. I riassunti temporali e spaziali sono frequenti e forse fastidiosi agli occhi dei lettori più fedeli del classico ottocentesco. Con questo atteggiamento Hooper concede alle vicende l’umanità che si meritano: attraverso il racconto cinematografico, a volte, ci si dimentica che l’uomo è il vero centro di ogni storia.

Giulia Peruzzotti

Les Misérables

Regia: Tom Hooper. Sceneggiatura: William Nicholson. Fotografia: Danny Cohen. MontaggioChris Dickens, Melanie Oliver. Musica: Claude-Michel Schonberg. Interpreti: Hugh Jackman, Russel Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Sacha Baron Cohen, Helena Bonham Carter, Eddie Redmayne, Samantha Barks.  Origine: Regno Unito, 2012. Durata: 158 min.

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