Amore impossibile. Amarsi nonostante trent’anni di differenza. Non è un tema nuovo per il cinema, neanche il fatto che ad avere trent’anni in più sia la donna (in Harold e Maude di Hal Ashby gli anni di differenza erano addirittura 60!!). Adriana però (un’intensa Ariane Ascaride), cattolica infermiera sessantenne con figlia e nipote, si innamora di un uomo che non solo ha la metà dei suoi anni, ma per giunta è musulmano marocchino. Lei soccorre lui in corsia, lui la guarda e in quello spazio breve prende corpo qualcosa che diventerà inevitabilmente passione, sfidando le convenzioni sociali, i giudizi dei colleghi di Adriana, soprattutto della figlia, naturalmente della famiglia di Mohamed (Helmi Dridi), dopo il matrimonio improvviso e durante una luna di miele a Tangeri: lei è cattolica, anziana, non più fertile.
Che sia un melodramma è pacifico, viste le stazioni di un racconto che via via si trasforma in un percorso ad ostacoli (alcuni forzatamente infilati nel plot). L’amore non perdona mette in scena due stranieri in terra straniera, una città della Puglia affacciata sul mare, dove i conflitti sociali sono solo suggeriti dagli sfondi (l’abitazione fatiscente dove il ragazzo alloggia, i preconcetti sugli immigrati). Ma se Adriana, italo-francese, è ben inserita nel contesto sociale, Mohamed vive la fatica di tutti i migranti che, raggiunte le nostre coste, sono riusciti a trovare un lavoro e ad avere un permesso di soggiorno, senza per questo scrollarsi di dosso i giudizi superficiali degli “altri”. Il loro incontro sancisce per Adriana la riappropriazione della sessualità (vedova da sette anni), che coincide ad un ritorno gioioso alla vita, fuori dagli schemi precostituiti dal ruolo di mamma/nonna e in fuga dalle certezza di una figlia che non vuole/non può riconoscere l’eros nel genitore, la cui conseguenza è: “sei una puttana”, e non vedrai più tuo nipote.
Stefano Consiglio segue i due amanti nei loro alti e bassi, nell’intimità di coppia (sempre e comunque rispettata), come nelle distanze inevitabili quando la tensione diventa insopportabile. La macchina da presa a mano sussulta nel pedinamento, non nascondendo il passato da documentarista del regista, indugiando soprattutto sul volto della Ascaride, capace come sempre di riempire di significato ogni inquadratura. L’attrice francese si porta il film sulle spalle, anche quando la sceneggiatura zoppica (soprattutto quando la relazione si sposta sul rapporto madre/figlia e sulle reazioni isteriche di quest’ultima), assecondando con tutto il corpo un personaggio aperto improvvisamente al futuro. Il risultato è un movimento ondivago di umori, che Adriana/Ascaride riesce a trasmettere al pubblico con naturalezza, domandando a se stessa in quale piega del suo nuovo amore scorgere i segni di un possibile dolore futuro. In fondo la determinazione di Mohamed ha la bellezza della pulsione, ma non cancella l’inevitabile dialogo col tempo.
Vera Mandusich
L’amore non perdona
Regia: Stefano Consiglio. Sceneggiatura: Domenico Rafele, Stefano Consiglio. Fotografia: Francesco Di Giacomo. Montaggio: Silvia Di Domenico. Interpreti: Ariane Ascaride, Helmi Dridi, Francesca Inaudi. Origine: Francia, 2014. Durata: 85′.