A rivestire il ruolo dell’ultimo uomo sulla terra, è il neozelandese Bruno Lawrence nei panni di Zac Hobson, uno scienziato della Delenko Corporation alle prese con un esperimento che, senza saperlo, cancellerà ogni singolo essere vivente dalla faccia del pianeta, escluso lui.
Lo scenario, come suggerisce il titolo, è quello di una terra desolata, senza alcun tipo di devastazione post apocalittica. Il mondo è tale e quale a prima, solo non più abitato.
La terra silenziosa ci mostra come l’essere umano, improvvisamente solo, non più tenuto a sottostare alle regole del vivere civile, sia pervaso da un senso di libertà nonché di alienazione. In un crescendo di follia che raggiunge l’apice quando Zac, recatosi in una chiesa in camicia da notte e armato di fucile griderà a Dio “where are you?” (dove sei?), un Dio che più tardi ringrazierà per l’incontro con Joanne (Alison Routledge) una giovane infermiera sopravvissuta.
L’Uomo ha dunque trovato la Donna e in questo reciproco bisogno primordiale i due non sembrano preoccuparsi minimamente di quanto siano diversi. Il forte bisogno di condividere e interagire è alla base del loro idillio, presto “rovinato” dalla entrata in scena di Api (Pete Smith), un ragazzo maori. Il triangolo è fatto, ma lo strano fenomeno sta per ripetersi. Zac, da buon uomo di scienza, sa cosa fare, andando in contro ad una scelta che porterà ad un epilogo surreale dal forte impatto scenico.
Nonostante qualche manchevolezza, La terra silenziosa, per dirla alla Piero Ciampi, ha tutte le carte in regola per essere un cult movie.
Ernesto Brusati