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La casa sul mare, o meglio, La villa di Guédiguian

la-villa_120_webEsce il nuovo film di Robert Guédiguian, inspiegabilmente con il titolo italiano cambiato: l’originale era La villa ed è diventato La casa sul mare. Non ci si può credere e per scelta di campo (con Guédiguian le scelte di campo valgono ancora qualcosa) in questa recensione si scriverà solo il titolo originale.

In una calanque vicino Marsiglia c’è una villa, proprietà di un anziano signore ormai in fin di vita. Attorno a lui si riuniscono i tre figli: Angèle, attrice che da anni vive a Parigi; Joseph, intellettuale che frequenta una ragazza molto più giovane; e Armand, l’unico dei tre rimasto a Marsiglia per gestire il ristorante di famiglia, un luogo popolare con prezzi modici e lontano dal turismo infestante. Insieme dovranno fare i conti con il passato e con quella casa che ha avuto un ruolo importante nelle loro vite. È il momento per loro di misurare se esiste ancora il mondo di fraternità che è stato costruito in questo luogo magico.

Guédiguian ha raccontato che le calanque gli hanno sempre ricordato un teatro: “le colorate casette incastonate nelle colline sembrano nulla più che facciate, su di esse si affaccia un viadotto i cui treni sembrano giocattoli di bambini; l’apertura sul mare trasforma l’orizzonte in un fondale, come una tela dipinta, soprattutto con la luce invernale quando ormai tutti se ne sono andati. Allora diventa un set abbandonato, malinconico e bellissimo”. In queste frasi c’è tutto il fascino di una zona vicino a quella Marsiglia sempre presente nella filmografia di Guédiguian: è la sua città di nascita e il luogo principale dei suoi film. In questo nuovo film prosegue questo racconto, sempre in compagnia dei fedelissimi e meravigliosi attori – Ariane Ascaride (Angèle), Gérard Meylan (Armand) e Jean-Pierre Darroussin (Joseph) – che hanno attraversato tutta la filmografia del regista francese. I primi due erano già presenti in Dernier été (il primo film della sua produzione, girato nel 1980!), mentre i tre insieme hanno recitato già nel 1985 in Ki Lo Sa, film che torna anche qui in un delizioso e commovente flashback metacinematografico: una magnifica scena sotto la musica di Bob Dylan, con i tre attori, allora giovanissimi che ridono e scherzano nel pieno dei loro dei vent’anni.
casa_mareLa villa ci parla di tantissime cose, della vita e dalla morte, del tramonto del mondo di ieri, del tempo che tutto distrugge, degli amori che vanno e che vengono, dei ricordi del passato e delle prese di coscienza del presente, e anche della caduta delle illusioni. Guédiguian ci racconta tutto questo con la dignità e l’onestà che lo ha sempre contraddistinto. Per chi lo conosce poco si consiglia di vedere (o rivedere) Marius e Jeanette, À l’attaque, Le nevi del Kilomangiaro, solo per ricordare tre titoli della sua immensa filmografia. I percorsi individuali dei suoi personaggi sempre pieni di dignità, i travagli interiori per l’impegno politico o le battaglie perse, sono i temi classici di Guédiguian che anche in La villa ritornano con molti echi autobiografici. Il film è probabilmente un suo bilancio esistenziale (che è anche una riunione di tutto il suo cinema): infatti Anais Demoustier (la fidanzata molto più giovane di Joseph) è al suo terzo lavoro con Guediguian, il pescatore Robinson Stevenin è alla quarta fatica con il regista, il quarantenne Yann Tregouet è al sesto film, mentre Jacques Boudet, l’anziano padre di Yvan, è addirittura al suo tredicesimo lungometraggio del regista. Questo ensamble di amici-attori si riunisce in un pezzo di Mediterraneo sull’orlo di una mutazione che è sia del paesaggio che antropologica, i vecchi residenti non ci sono più, hanno tutti venduto la casa agli odiati parigini o sono morti, mentre i poliziotti pattugliano il mare per evitare l’arrivo di migranti che potrebbero disturbare i turisti.
Il film è un meraviglioso racconto di questa piccola comunità, con un’ovvia malinconia ma anche con un umorismo e dialoghi pieni di naturalezza. Guédiguian intreccia le storie dei tre fratelli e delle persone che girano intorno alle loro vite, si susseguono così gli affetti e i rimpianti personali e politici, ritornano alla luce dolori del passato e si prende la consapevolezza di un mondo che cambia. Il regista francese tocca temi immensi senza artificiosità, anche il rischioso tema dei migranti è raccontato senza retorica, è chiaro che inserirli in questa storia famigliare sia una sua “battaglia politica”, e centra l’obiettivo anche questa volta con una delicatezza e un pudore impareggiabili.


Guédiguian riesce così a raccontarci un presente amaro che fa i conti con la fine di un’appartenenza, che per alcuni non può che concludersi con la fuga impossibile verso la salvezza. Ma con le scelte (non tanto utopiche) degli altri suoi protagonisti ci vuole raccontare che c’è ancora una speranza e che tutti noi possiamo – politicamente – farla nostra.

Claudio Casazza

 La villa – La casa sul mare

Regia: Robert Guédiguian. Sceneggiatura: Serge Valletti, Robert Guédiguian. Fotografia: Pierre Milon. Montaggio: Bernard Sasia. Interpreti: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Jacques Boudet, Anaïs Demoustier, Robinson Stévenin. Origine: Francia, 2017. Durata: 107′.

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