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Keystone, in principio furono le comiche

Dapprima fu una questione di petrolio. Poco dopo di sapone. L’incrocio veniva cosparso di liquame viscido, e se il petrolio era infiammabile (con tutti i rischi del caso), il sapone non solo permetteva alle Ford di slittare, sgommare, disegnare testacoda pirotecnici, ma poi lasciava uno strato sull’asfalto che per i bambini del quartiere era sicuro divertimento: quando la troupe della Keystone Pictures lasciava libera la strada, partivano a gambe levate e si lanciavano in scivolate da stuntman, insudiciandosi di una pasta schiumosa soap&dust.

Il circo di Mack Sennett, canadese di origini irlandesi, era anche questo. Un divertito subbuglio slapstick di capitomboli, inseguimenti in auto, corse a piedi di poliziotti (Keystone Cops) dietro a furfanti-per-caso a roteare manganelli a 1000 fotogrammi al secondo. Produttore di un migliaio di film muti, commedie da un rullo ma anche lungometraggi, Sennett fu inoltre sceneggiatore e regista, inventore di gag e di un cinema che ha segnato i primi passi del genere comico.
La Keystone nasce nel 1912 e già nel novembre del ‘13 assume in organico un giovanissimo Charlie Chaplin, che in America era arrivato con la compagnia di Musci Hall di Fred Karno, che di star all’interno ne aveva un’altra: tal Stan Laurel, affascinato anch’egli dal cinematografo. Sennett (e Adam Kessel, socio finanziatore insieme a Charles Baumann) mise Chaplin a libro paga per farlo esordire con Making a Living. Nel solo 1914, da gennaio a dicembre, Chaplin partecipò prima come attore, poi come co-regista (anche con quel fenomeno di donna che fu Mabel Normand), infine come regista/attore, a ben 35 film prima di passare alla Essanay!
La Keystone infatti produceva a catena di montaggio fino a tre comiche da una o due bobine a settimana. Bastava un canovaccio abbozzato, un pretesto per infilarci dentro gag su gag tanto che la mattina prima di cominciare a darci dentro con la manovella, gli autori si riunivano per partorire idee. Far ridere con una comicità di pancia, magari scurrile e volgarotta, non costituiva un problema. Del resto non era nelle intenzione di Sennett & Co. fare la storia del linguaggio cinematografico, ma produrre puro intrattenimento popolare, allargando trasversalmente a tutti i ceti sociali.
Le torte in faccia, una pedata nel sedere, le fughe a perdi fiato o le seduzioni delle Bathing Beauties (le bellezze al bagno) facevano ridere senza pretese. Sennett aveva un senso strepitoso per il ritmo, la durata delle inquadrature, le uscite e le entrate dei personaggi nel campo visivo, controllava meravigliosamente il caos inscenato nelle sue comiche. Gli incassi gli davano ragione e gli attori di commedie che si spostarono dalla Biograph Company di Griffith (dove lo stesso Sennett aveva fatto apprendistato) alla Keystone furono una carovana: non solo Mabel (innamorata di Sennett), ma anche Ford Sterling e Alice Davenport, soprattutto il regista Henry Lehrman, detto “Pathé”, poiché millantava esperienze europee proprio nella casa di produzione fondata dai fratelli Pathé. Ma passarono dalla Keystone anche Harry Langdon, Ben Turpin, Roscoe “Fatty” Arbuckle, addirittura Carol Lombard e Gloria Swanson (tra le Bathing Beauties). Arbuckle, in particolare, passò dal ruolo di Keyston Cop a protagonista, condividendo la scena con Chaplin, Mabel e Sterling, con un ricco contratto che gli vietava di scendere sotto il quintale di peso. Gentile e generoso, nel ’17 lasciò Sennett e Lehrman, da cui imparò tutto sulla regia, per fondare una propria etichetta e dare i “natali” cinematografici a Buster Keaton, prima di scivolare nel quattro anni più tardi in uno dei più gridati scandali della prima Hollywood, una caduta ben più rovinosa di una capriola su una buccia di banana, dietro le quinte del teatrino delle star. Un terreno unto non di petrolio e nemmeno di sapone, ma dalla diffamazione e dal desiderio di colpire al cuore un mondo già traboccante di denaro, donne e droghe, che affascinava e al tempo stesso scandalizzava.
La Keystone non fu investita direttamente nel gioco degli scandali a cavallo dei decenni 10 e 20, anche se nel 1912 ci mancò poco che alcuni attori sotto contratto finissero in manette con l’accusa di abusi ai danni di una sedicenne. Il declino avvenne per altri motivi: tanti attori che si erano formati da Sennett, avevano da tempo intrapreso carriere autonome; l’avvento del sonoro aveva poi trasformato il cinema in maniera radicale. Il pubblico stesso era mutato, non si accontentava più di uno sgambetto e un ruzzolone. Per ridere ci voleva qualcosa di più sofisticato. Lo avevano capito Chaplin, Keaton, Lloyd (con estetiche e poetiche differenti); lo avevano capito anche Hardy e Laurel abbandonando il silenzio, e subito dopo i Marx. Lo capì naturalmente Sennett che liquidò la Keystone, lasciando ad Hal Roach il trono di re della commedia.

Alessandro Leone

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