L’Ansa pubblica alle 18.23 del 21 novembre il comunicato di Ken Loach che, in coerenza con l’impegno profuso attraverso il suo cinema, in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori, ha deciso di rifiutare il Gran Premio Torino che il festival assegna ai registi che hanno contribuito al rinnovamento del linguaggio cinematografico. I motivi sono chiaramente esposti nella missiva che riportiamo integralmente senza ulteriori commenti, ma limitandoci per onore di cronaca a pubblicare la risposta della direzione del Museo del Cinema.
La redazione
È con grande dispiacere che mi trovo costretto a rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film.
I festival hanno l’importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un’eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l’amore e la passione per il cinema.
Tuttavia, c’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile.
A Torino sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC). Dopo un taglio degli stipendi i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro paese, con pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi non siano chiari.
In questa situazione, l’organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili.
Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, «Bread and Roses». Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni.
Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio.
Ken Loach
Dal Museo Nazionale del Cinema:
Con grande dispiacere, prendiamo atto del comunicato stampa con il quale Ken Loach rifiuta il premio. A maggior ragione, ci dispiace di constatare che un grande regista, al quale va da sempre la nostra ammirazione, sia stato male informato al punto da formulare riserve su comportamenti del Museo Nazionale del Cinema che non corrispondono in alcun modo alla realtà dei fatti. Ricordiamo che il contratto di assegnazione dei servizi di vigilanza e pulizia alla Mole Antonelliana è stato stipulato a norma di legge, con una gara europea ad evidenza pubblica, rispettosa delle normative ministeriali e dei contratti di lavoro in essere. Il Museo non può essere ritenuto responsabile de comportamenti di terzi, né direttamente né indirettamente. Di conseguenza, non sarebbe in alcun modo legittimato a intervenire nel merito di rapporti di lavoro fra i soci di una cooperativa esterna e la loro stessa società. Al contrario di quanto affermato da Ken Loach, ci aspetteremmo invece di vederci riconosciuto un comportamento eticamente ineccepibile nei confronti delle problematiche inerenti i rapporti di lavoro con i dipendenti del Museo del Cinema, i collaboratori e le rappresentanze sindacali. Con orgoglio, rivendichiamo da sempre una politica coerente a tutela del lavoratori e, d’intesa con le organizzazioni sindacali di riferimento, un impegno costante nella ricerca di soluzioni atte a garantire continuità e difesa dei posti di lavoro, anche in un momento di forte contrazione delle risorse economiche a disposizione.