E’ in corso Bologna il Biografilm Festival (6 – 16 giugno 2014), il primo evento internazionale interamente dedicato ai racconti di vita. Scopo del Festival, giunto alla sua decima edizione, è trovare e mostrare piccole e grandi storie, capaci di emozionare e far riflettere, percorsi ed esperienze che hanno influenzato e determinato la vita di una sola persona o magari del mondo intero. In dieci anni il Festival è diventato un punto di raccordo e di riferimento per storyteller e appassionati, e ha dedicato ampio spazio ai biopic e ai documentari, anticipando il crescente successo mondiale del cinema a tema biografico.
Tra le opere più significative presentate nel primo weekend del Biografilm Festival segnaliamo il documentario di Michel Gondry su Noam Chomsky, Is the man who is tall happy?: An animated conversation with Noam Chomsky (88’/Francia/2013).
Definire questo lungometraggio un documentario è riduttivo e forse fuorviante: infatti, sebbene lo scopo di Gondry sia raccontare la vita di Chomsky e il suo contributo alla linguistica fornendoci una panoramica della sua teoria della grammatica generativa, il regista riesce a mostrarci uno degli intellettuali contemporanei più conosciuti e influenti sotto una luce inaspettata. Le interviste di Gondry a Chomsky ricordano una conversazione con un vecchio zio dall’atmosfera intima e familiare nella quale regista e protagonista si scambiano opinioni e impressioni non solo sulla linguistica ma anche sulla vita, la morte e l’amore e tutto è filtrato dalle animazioni dell’artista francese che regalano alla pellicola un’atmosfera poetica e sognante e ci consegnano un’opera dal taglio inconsueto e originale.
Nonostante la visibile riservatezza di Chomsky, Gondry riesce a toccare anche un argomento delicato come la morte di sua moglie, avvenuta nel 2008, aprendo all’improvviso un breve squarcio romantico e al tempo stesso malinconico.
L’artista francese quindi non delude le aspettative e anzi l’unione dei generi rende quest’opera indefinibile: più che ad un documentario il lungometraggio assomiglia ad un diario animato ricco non solo di informazioni sulla vita e il lavoro di Chomsky ma soprattutto delle emozioni e che l’incontro con questo intellettuale ha suscitato nell’autore.
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Da Bologna, Imma Di Iasi