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Il Torino Film Festival di Paolo Virzì

Il neodirettore del festival di Torino Paolo Virzì presenta le prime novità che caratterizzeranno i prossimi anni della manifestazione.  La sezione Figli e amanti sarà sostituita da un breve ciclo di film italiani degli ultimi vent’anni, la cui proiezione sarà accompagnata da un incontro con gli autori e con storici, giornalisti e scrittori che  rifletteranno sulla cultura, lo stile di vita e la storia contemporanea del nostro Paese.

Nella stessa ottica di valorizzazione e analisi del cinema italiano, una seconda retrospettiva sarà dedicata a un cineasta italiano recente. Sul modello del festival di Telluride, ogni anno una personalità del cinema internazionale diventerà  Guest Director del festival e curerà personalmente una sezione specifica. Sono già aperte ipotesi di collaborazione con il Dams dell’Università degli Studi di Torino, con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e con il Teatro Stabile di Torino. Inoltre, aggiunge Paolo Virzì, perché il Festival sia davvero una festa, da un lato abbiamo il progetto di rilanciare il Premio del pubblico, nel quale gli spettatori saranno invitati a votare i film del Festival, e dall’altro stiamo studiando la maniera con cui dare un risalto affettuoso al momento dell’ingresso degli ospiti in sala, attraverso una formula nuova, spettacolare e informale, un caloroso benvenuto al quale partecipi anche il pubblico torinese.

Presentata anche la retrospettiva  NEW HOLLYWOOD: il nuovo cinema americano tra il 1967 e il 1976 curata da Emanuela Martini e che avrà la durata di due anni.  La retrospettiva della 31° e della 32° edizione del Torino Film Festival sarà dedicata al linguaggio e ai miti originati dalla controcultura ed elaborati nel corso di un decennio dai giovani talenti provenienti dal cinema indipendente e dai nuovi autori che si erano formati in televisione. La retrospettiva comprenderà tra i settanta e gli ottanta film, si articolerà in due anni e tenterà, anche con la collaborazione del Dams dell’Università degli studi di Torino, di tracciare un quadro esauriente della produzione e dell’immaginario di quel decennio, da capisaldi quali Cinque pezzi facili, Mean Streets, Pat Garret e Billy the Kid, Una squillo per l’ispettore Klute, La conversazione, Sugarland Express, California poker, Non si uccidono così anche i cavalli?, Lo spaventapasseri, L’ultimo spettacolo a film meno noti.

@cinequanon

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