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Il ritorno di Wong Kar-wai, il poeta visionario del tempo

Wong Kar-wai avrebbe ricevuto l’approvazione dalla China Film Administration per la sceneggiatura di Chungking Express 2020. Il dramma romantico Chungking Express del 1994 avrebbe dunque un sequel, ambientato nel 2036, con protagonisti Xiaoqian e May. Questa la breve sinossi al momento trapelata:
“A Chongqing nel 2036, i giovani Xiaoqian e May non sono disposti ad essere abbinati al loro partner geneticamente assegnato e sono determinati a trovare il proprio destino da soli”.

Il regista che ci ha fatto addentrare nei meandri degli amori più intensi e strazianti con una regia e una fotografia stilisticamente riconoscibili, continuerà dunque ad esplorare l’universo di Chungking Express, come già fatto in Fallen Angels uscito l’anno successivo, nel 1995; le pellicole erano strettamente collegate come dichiarò lo stesso Wong Kar-wai: «Per me Chungking Express e Fallen Angels sono un unico film, che dovrebbe durare tre ore. I protagonisti non sono gli attori, ma la città stessa, la notte e il giorno di Hong Kong; le due pellicole sono insieme la luce e l’oscurità di Hong Kong».

Chungking 2020 potrebbe rivelarsi dunque l’inaspettato terzo capitolo di una trilogia nella filmografia di Kar-wai che, attualmente, sta lavorando a Blossoms Shangai, sua prima serie televisiva. «Ho appena visto il futuro del cinema» – così, nel 1995, il critico Peter Brunette espresse il suo stupore dopo la visione di Fallen Angels. La sua ammirazione non è isolata: intorno alla metà degli anni Novanta, dopo Chingking Express, la critica occidentale ha riconosciuto in Wong Kar-wai un giovane maestro, anche sulla scia di una crescente attenzione verso il cinema di Hong Kong.
La verità su Wong Kar-wai è che, a prescindere da chi lo consideri un fulmine a ciel sereno sul panorama cinematografico asiatico, un poeta visionario tempo o un neo-manierista pop tra Oriente e Occidente, rifiuta qualsiasi tipo di classificazione e questo lo rende unico. Un suo film è semplicemente directed by Wong Kar-wai. L’intensa potenza emotiva del suo cinema nasce dall’uso consapevole e ragionato dell’imperfezione, è un gioco di equilibri e disequilibri di scena, montaggio, sceneggiatura, fotografia.
A livello stilistico e narrativo sicuramente ci sono dei caratteri ricorrenti nella sua filmografia, primo su tutti, il Tempo – con lettera appositamente maiuscola – poiché costituisce quasi un terzo incomodo di ogni sua pellicola, oltre ad influire sulla scelta cronologica quasi mai lineare sotto il punto di vista narrativo. Alla dimensione temporale non si sfugge e a questo si associa l’elemento del ricordo, solitamente malinconico, nostalgico e romantico in contrapposizione ad un dinamismo accentuato rappresentato dai mezzi di trasporto sfreccianti, come ad esempio treni e motociclette.
I personaggi si incontrano, si perdono e si ritrovano, spesso al momento sbagliato perché l’amore, per Wong Kar-wai, è una questione di tempo e di cortocircuiti temporali.

La potenza creativa deriva anche da un lavoro meticoloso di team: impossibile non nominare il sodalizio con l’art director e montatore William Chang e il visionario direttore della fotografia Christopher Doyle, nonché la predilezione per gli attori Tony Leung e Maggie Cheung, che ci riportano a quella sintonia intensa di sguardi nel capolavoro In the mood for Love, presentato a Cannes nel 2000.
Dunque, cosa sarà da aspettarci da Chungking Express 2020?

Tatiana Tascione

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