Dopo un giro di festival come Toronto, Sundance e Berlinale arriva finalmente in Italia il nuovo film di Rebecca Miller che si potrà vedere nelle sale italiane il 30 giugno distribuito da Adler. Ci sarebbe molto da dire su un’uscita a stagione già finita e sul sottotitolo rabbrividente A cosa servono gli uomini. Meglio soprassedere.
Il film racconta di Maggie Hardin (Greta Gerwig), un’allegra trentenne newyorkese che lavora come insegnante e crede di poter pianificare ogni aspetto della sua vita, calcolando e organizzando tutto secondo i suoi piani. Non avendo mai avuto molto successo in amore, Maggie decide che è giunto il momento di avere un figlio e vuole fare tutto da sola, ricorrendo all’autoinseminazione artificiale con l’aiuto di un suo ex compagno di classe. Un giorno però nella scuola in cui lavora arriva un nuovo insegnate, John Harding (Ethan Hawke), scrittore/antropologo di successo e in crisi nel suo matrimonio con Georgette Nørgaard (Julianne Moore), anche lei brillante professoressa universitaria in carriera. Ben presto Maggie e John si innamorano e così la protagonista è costretta a modificare il suo piano.
L’eroina del film è interpretata da una Greta Gerwig al suo meglio, sostanziale continuum del personaggio di Frances Ha e di Mistress America, una giovane donna imprevedibile e un po’ confusionaria che vuole vivere però una vita meticolosamente pianificata. Su questo conflitto interno si basa gran parte del film di Rebecca Miller, ambientato in una New York molto Noah Baumbach (il regista con cui la Gerwing ha scritto i due film precedentemente citati) piena di ambienti ricercati e lavori nel mondo culturale.
Nonostante questa ambientazione abbastanza risaputa, Il piano di Maggie è molto godibile, è una commedia sui rapporti sentimentali capace di catturare in pieno le eccentricità dei suoi personaggi imperfetti. La regia di Rebecca Miller è volutamente invisibile, sceglie di raccontare la storia dal punto di vista di Maggie, perciò la segue nella sua vista fatta anche di piccoli dettagli significativi e delicati e le restituisce così un ritratto non banale e pieno di umanità. Anche Julianne Moore come alter ego della Gerwing emerge nel suo straripante sarcasmo, e dimostra una forza comica straordinaria che ha poco sviluppato nella lunga carriera (se non parzialmente in America Oggi o Il grande Lebowski). Schiacciato dall’esuberanza delle due donne, è divertente notare come il personaggio di Ethan Hawke, belloccio e seducente, passa velocemente in secondo piano e ridotto a un orpello, quasi come un posacenere.
Il film ha scene di reale umorismo e la Miller è brava ad annullare qualunque sentimentalismo, anzi i tagli secchi e i passaggi temporali sono molto belli e danno ritmo al film. La conclusione per chi mastica un po’ di cinema è prevedibile ma forse necessaria per chiudere il cerchio sulla vita di Maggie e sulla sua ricerca della felicità. Un film in sostanza da vedere per passare una bella serata.
Claudio Casazza
Il piano di Maggie
Regia e sceneggiatura: Rebecca Miller. Fotografia: Sam Levy. Montaggio: Sabine Hoffman. Interpreti: Greta Gerwing, Julianne Moore, Ethan Hawke. Origine: Usa, 2016. Durata: 98′.