Arrivò al cinema 100 anni fa Il monello di Chaplin Chaplin. La prima per la stampa a New York fu il 21 gennaio, mentre l’uscita vera e propria nelle sale avvenne il 6 febbraio. In Italia sarebbe arrivato solo a novembre 1923.
Si tratta di un film fondamentale nella carriera dell’attore e regista, il primo lungometraggio, il più ambizioso fino ad allora, una perfetta sintesi della presenza di comico e melodramma, sospeso tra il riso e il pianto, contenitore di tanti meccanismi ed elementi che avrebbe riutilizzato in seguito. Nel 1921 il cinema si stava riprendendo dalla terribile epidemia di spagnola che aveva imperversato negli anni precedenti e dai danni della guerra, le sale stavano ricominciando con la piena attività dopo le grandi paure. Fu un anno cruciale, con Hollywood si stava rapidamente affermando come la capitale del cinema che sarebbe stata per almeno un secolo. Le basi del sistema – le major, gli studios, le star – si stavano codificando e consolidando in fretta. La Mecca del cinema stava diventando grande in fretta, con una produzione sempre più ingente. È più che una coincidenza che a dicembre, alla fine di quell’anno, fosse presentato Le due orfanelle di David Wark Griffith, considerato l’ultimo grande successo del regista che nel decennio precedente aveva contribuito più di tutti alla crescita di Hollywood.
In quel momento stava esplodendo anche il talento di Buster Keaton con una serie di cortometraggi irresistibili, solitamente co-diretti con Eddie Cline, tra i quali The Boat, che l’avrebbero nel 1923 portato a esordire nel lungometraggio e realizzare i suoi lavori maggiori.
Il 1921 fu anno di svolta anche in Europa. Spicca Il carretto fantasma dello svedese Victor Sjostrom, celebre per le tante citazioni, da quella esplicita de Il posto delle fragole di Ingmar Bergman a quella in Shining di Stanley Kubrick (la porta aperta con l’accetta da Jack Nicholson). Ancora Destino – Der müde tod di Fritz Lang, una “ballata popolare”, tra romanticismo ed espressionismo, un sontuoso esercizio di stile con momenti memorabili e molto copiati (il tappeto volante o l’esercito in miniatura), punto di svolta per la carriera di un regista fondamentale.
Da non dimenticare il francese L’uomo meccanico (disponibile su youtube nella versione parziale arrivata fino a noi), diretto e interpretato da André Deed, un film fantastico anticipatore dei Terminator e tante creature mostruose o partorite dall’uso della tecnologia del cinema contemporaneo.
Anche per cinematografie orientali che l’Occidente avrebbe scoperto solo nel secondo Dopoguerra si apriva un periodo fervido, in particolare in Giappone: il 1921 è l’anno di Anime sulla strada di Minoru Murata.
L’Italia, che tanto aveva creato nel decennio precedente, non si era ancora ripresa dalla tragedia bellica: tra i film da ricordare La nave di Gabriellino D’Annunzio.
Nicola Falcinella