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I nuovi Billy Casper: incontro con Ken Loach

Il Billy Casper del ‘68 nasceva in una comunità sicura, in cui si era pagati quando ci si ammalava, si era pagati per le ferie e si era pagati per la pensione. Ma il Billy Casper di oggi non è così fortunato…

Esordisce così l’ottantenne Ken Loach durante l’incontro presso la Cineteca di Bologna, in occasione della proiezione di Kes (1969, restauro a cura della cineteca di Bologna) e della proiezione in anteprima del suo ultimo film Sorry we missed you, in concorso all’ultimo Festival di Cannes e in sala da gennaio.
Dopo l’incontro con Riders Union Bologna e i lavoratori dell’azienda Samp, il regista si dimostra ancora una volta un vulcano di passione, amore per il cinema e impegno politico, durante il dibattito seguito alla proiezione di Kes, al punto da immergere il pubblico in un mare di aneddoti, suggestioni cinematografiche ed esortazioni a guardare in faccia Il reale.
Kes, seconda opera del regista, è un film molto amato da Loach – “come tutti i miei film che non hanno avuto molto successo“. Racconta la vicenda di un bambino delle Midlands che ritrova nel falcone adottato un compagno di libertà, tra il fallimento di un sistema educativo e l’indifferenza degli adulti. Il regista ricorda come il film gli abbia permesso di maturare la propria esperienza con attori non professionisti (molti gli attori bambini) e instaurare una proficua collaborazione con Chris Menges, alla sua prima esperienza come direttore della fotografia e che accompagnerà il regista inglese in svariati altri film. In particolare, Loach rivela come la fotografia di Kes debba molto alla New Wave del cinema ceco degli anni Sessanta, un ambiente che Menges conosceva a fondo dopo essersi formato con Ondříček, direttore alla fotografia registi del calibro di Miloš Forman.
Successivamente l’autore prosegue ricordando lo spirito collettivo che caratterizzò la produzione di Kes e della vicinanza che tutte le persone dimostrarono a Menges quando, nell’agosto ’68, i carri armati sovietici posero fine alla Primavera di Praga e alla New Wave del cinema ceco.
Tra i vari aneddoti Loach racconta divertito le analogie tra lo sceneggiatore di Kes, Barry Hines, e l’attore Brian Glover, nel film Mr Sugden, entrambi professori di inglese e calciatori dilettanti e di come Barry Hines portasse una benda sul ginocchio perché si era infortunato alla gamba prima delle riprese. Inoltre, il regista parla di quanto i bambini del cast si fossero divertiti nel tornare nella propria scuola durante riprese, avvenute durante le vacanze estive dell’agosto ’68, e di come i bambini si stupissero che il piccolo van della produzione servisse un pasto migliore della mensa scolastica. Per concludere, Ken il Rosso fa notare come il protagonista di Kes, Billy Casper, avesse qualcosa di tragico nel contrasto tra il suo falco, libero di volare, e la sua vita, ingabbiata dalla società. Tuttavia si trattava di una gabbia sociale diversa da quella attuale: il Billy Casper del ‘68 nasceva in una comunità sicura, in cui si era pagati quando ci si ammalava, si era pagati per le ferie e si era pagati per la pensione. Ma il Billy Casper di oggi non è così fortunato e per questo noi dobbiamo riprenderci i diritti che la classe lavoratrice sta perdendo dai tempi della Thatcher, e, altra cosa che Billy non sapeva, fare in modo che il pianeta non collassi.
Insomma, un invito agli sfruttati a unirsi e organizzarsi e un appello al cinema perché trovi il coraggio di raccontare la realtà.

a cura di Isabelle Tonussi

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