Preistoria, o meglio preistoria che si avvia verso la propria fine. I cavernicoli si sono estinti, o quasi: resta solo una famiglia, quella dei Croods, dediti con tutte le loro forze a garantirsi la sopravvivenza in un mondo troppo spietato. La ricetta è semplice: non uscire mai dalla caverna e soprattutto, come insegna il capofamiglia Grug, diffidare senza eccezioni di tutto ciò che è “nuovo”. Ma in un branco c’è sempre un elemento dissonante, ribelle: questo è il caso di Hip, adolescente curiosa, stanca di una vita che tale non è. Hip disobbedisce, scappa e incontra Guy e così conosce il fuoco. Nel frattempo il mondo dei Croods si avvia verso la fine e un violento terremoto distrugge la loro beneamata caverna: di qui in poi, varie vicissitudini conducono la famigliola a scontrarsi con le più grandi avversità, ma anche con tutte le sorprendenti novità di un mondo sconosciuto e magico, che anche il caparbio Grug imparerà alla fine ad accettare, accettando Guy, innanzitutto, ma soprattutto quell’incredibile novità che è il fuoco.
Se l’inizio del film, abbastanza ritmato e con qualche simpatica trovata, risulta quasi accattivante, l’ultimo lavoro della Dreamworks non si può dire che nel complesso non deluda. I personaggi caricaturali senza essere caratterizzati, le battute fiacche e già sentite, la storia inconsistente e poco fantasiosa, la morale un po’ sempliciotta e assolutamente prevedibile rendono il tutto lento, insulso, essenzialmente noioso. Se poi pensiamo ad altri figli dello stesso padre, quali Shrek, Madagascar, La gang del bosco, o l’ancor precedente Galline in fuga, non solo possiamo affermare con sicurezza che il confronto non regge, ma addirittura rintracciare delle “somiglianze”, per così dire. Una per tutte: Grug non ci ricorda forse troppo, nella fisionomia e nei modi, l’ormai celebre orco verde? Ma al di là della citazione, è lo stereotipo che annoia, pur pretendendo un sorriso di circostanza: e così c’è la suocera, vecchissima, indistruttibile, di cui il genero non vede l’ora di liberarsi; c’è l’adolescente, per forza ribelle e indomabile; e poi c’è il giovane Guy, affascinante, esotico, atletico, con un morbido ciuffo che semi-nasconde l’occhio languido. Per non parlare poi degli strani personaggi che abitano il mondo davvero molto poco preistorico dei Croods e che disegnano uno sfondo fantasy alla storia, decisamente dissonante e poco giustificato.
Ma, come si suol dire, non si può pretendere che tutte le ciambelle escano col buco: visti i precedenti, possiamo essere ottimisti e sperare che, prima o poi, la Dreamworks sappia ancora stupirci (e non solo con effetti speciali).
Monica Cristini
I croods
Regia e sceneggiatura: Chris Sanders, Kirk De Micco. Montaggio: Eric Dapkewicz, Darren T. Holmes. Musiche: Alan Silvestri. Origine: Usa, 2013. Durata: 98′.