È possibile cambiare per sempre la storia del fumetto con sole 36 vignette? Erano sei pagine, ed è bastato a Richard McGuire per farlo. La versione originale di Here del 1989 è ambientata in una sola stanza che attraversa avanti e indietro il tempo. Una pagina di Here è come un desktop di un computer, con molte finestre sovrapposte e diversi pop-up sparsi qua e là per lo schermo. In questo modo Here ha rivoluzionato le possibilità narrative del fumetto e ha dato a ogni lettore un modo personale e singolare di guardare la propria vita.
Ora dopo anni la graphic novel, che nel frattempo ha avuto anche una versione più lunga nel 2014, diventa un film che ragiona esattamente come l’opera di McGuire: un unico luogo, un terreno preistorico e la casa che sorgerà su quel terreno. Quella casa ospiterà generazioni di famiglie, dall’homo sapiens ai coloni americani, passando dalle due guerre fino ad un nucleo domestico afroamericano contemporaneo. È la fitta trama della storia di questo mondo, che prende forma di fronte alla prospettiva fissa dell’angolo di un salotto. E nel salotto di quella casa scorreranno vite sempre diverse e sempre uguali, popolate da mariti, mogli, figli, nonni, nipoti. È ieri, è ora, è sempre. È la storia di un luogo e di ciò che vi è accaduto nel corso di centinaia di migliaia di anni. Un unico racconto composto di attimi vicini e distanti, intrecciati, incastrati, sovrapposti.
La trovata è folgorante: raccontare una storia dei personaggi, delle vicende eterne e universali, da una prospettiva fissa e immutabile. Non poteva che essere Zemeckis il regista migliore per raccontare questa Storia. Per chi ha iniziato ad amare il cinema partendo dagli anni ‘80, Zemeckis rappresenta un nome imprescindibile, in quel periodo ha contribuito in maniera sostanziale a formare l’immaginario cinematografico di una generazione con una serie di capolavori: da Ritorno al futuro a Chi ha incastrato Roger Rabbit?, passando per Forrest Gump, che in parte ritroviamo anche qui grazie alla presenza di Tom Hanks e Robin Wright che tornano a lavorare con il grande regista americano.
Zemeckis è ovviamente il più sperimentale dei registi della Hollywood contemporanea, è sufficiente scorrere la sua recente filmografia per capirlo, e trova anche in questo caso il suo punto di vista per fare quel che ha sempre fatto: coniugare il racconto più universale possibile con la sua visionarietà, la lucidità dello sguardo dentro alla profonda illusione del cinema. Here diventa così un film commovente e emozionante come pochi, ma riesce a essere allo stesso tempo un lavoro profondamente teorico, incentrato sulla ricerca del posizionamento dello sguardo. È una delle questioni più importanti del film e in generale della cifra autoriale di Zemeckis, che ha da sempre attuato la decostruzione e ricostruzione del cinema classico hollywoodiano.
Esce domani al cinema, non perdetelo e lasciatevi trasportare dalle emozioni di questa storia che è così lontana ma allo stesso tempo così vicina alla nostra contemporaneità.
Claudio Casazza
Here
Regia: Robert Zemeckis. Sceneggiatura: Eric Roth, Robert Zemeckis. Fotografia: Don Burgess. Musiche: Alan Silvestri. Interpreti: Tom Hanks, Robin Wright, Kelly Reilly, Michelle Dockery, Paul Bettany. Origine: USA, 2024. Durata: 104′.